Mila Orsini

Articolo del 06-12-2019

L’OSAS (acronimo di Sindrome delle apnee ostruttive del sonno) è un disturbo del sonno – parente dell’apnea notturna – provocato dal progressivo restringersi, a volte fino a ostruirsi, delle vie aeree superiori.

Questo può succedere, per esempio, perché i muscoli della lingua e del collo si rilassano entrando nelle fasi più profonde del sonno oppure a causa della conformazione ossea di testa e collo o, ancora, per la dimensione delle tonsille e della lingua o per problemi di obesità (si veda anche Obesità e apnee notturne)

Ciò determina l’insorgere di interruzioni del flusso d’aria nelle vie respiratorie (apnee) o riduzioni (ipopnee), seguite da micro-risvegli che consentono di riprendere la normale respirazione.

Il ripetersi di questi eventi, a lungo andare, altera la struttura del sonno che risulta così frammentato e poco riposante.

I principali sintomi dell’OSAS sono:

  • russamento
  • sensazione di soffocamento
  • eccessiva sonnolenza diurna
  • eccessivi movimenti durante il sonno
  • apnee notturne (riferite dal partner)
  • calo della memoria e ridotta capacità di concentrazione
  • cefalea al risveglio
  • calo del desiderio
  • ipertensione.

 

Diffusione

La prevalenza dell’OSAS (Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno) varia significativamente in base alla popolazione presa in esame.

Ad esempio, da uno studio effettuato negli USA qualche anno fa’ su 1.520 partecipanti adulti di età e sesso differenti, si è visto che il 14% degli uomini e il 5% delle donne avevano un indice AHI (Indice di Apnea e Ipopnea) per ora >=5, valore che denota la presenza di un’OSAS perlomeno di grado lieve.

In alcune popolazioni, però, la prevalenza  può essere nettamente maggiore: per esempio, nei pazienti che sono candidati alla chirurgia bariatrica oscilla tra il 70% e l’80% [1], mentre nei pazienti che hanno avuto un attacco ischemico transitorio o ictus cerebrale varia tra il 60% al 70%) [2].

Studi epidemiologici hanno evidenziato che l’Apnea Ostruttiva nel Sonno (OSAS) si associa in un’alta percentuale di casi anche a pazienti con disfunzione dell’arteria coronaria, insufficienza cardiaca congestizia, aritmie, ipertensione refrattaria e diabete di tipo II [3] [4].

L’OSAS è considerata una patologia cronica invalidante e, come tale, può dare diritto all’invalidità (per approfondimenti si veda anche l’articolo “Apnea notturna: invalidità“.

 

Sintomi Osas

Accorgersi di soffrire di OSAS non è facile, anche perché spesso alcuni sintomi, come sonnolenza diurna o roncopatia, possono essere imputati a semplici episodi occasionali.

Molto spesso sono i partner ad accorgersi del problema perché notano un frequente russamento, presente fin dalle prime fasi dell’addormentamento, e, nei casi più gravi, risvegli bruschi causati da fenomeni assimilabili al soffocamento. Spesso, al mattino, il paziente non è consapevole di essersi svegliato più volte durante la notte.

Per le persone che vivono da sole il primo sintomo riconducibile all’apnea notturna è la sonnolenza diurna, che potrebbe interferire con le normali attività quotidiane e lavorative perché il paziente potrebbe addormentarsi mentre guarda la televisione, guida o durante una riunione.

I sintomi dell’OSAS più comuni, come già accennato,  sono:

  • stanchezza al risveglio
  • forte sonnolenza diurna
  • difficoltà di concentrazione durante il giorno
  • calo della memoria
  • depressione a irritabilità
  • episodi di sudorazione notturna
  • frequenti risvegli notturni per urinare (nicturia)
  • mal di testa mattutino
  • riduzione del desiderio sessuale

La sonnolenza diurna è un fenomeno così accentuato che negli ultimi anni sono state emanate dall’UE nuove regole per l’emissione e il rilascio della patente di guida a soggetti affetti da OSAS (si veda anche “OSAS e patente“)

 

Ti è stata prescritta la polisonnografia?

Scopri il nostro servizio di polisonnografia a domicilio e senza lista d’attesa. Contattaci:
  • al numero verde 800 635 040
  • in chat (dal box in basso a sinistra),
  • oppure cliccando qui.
Siamo a tua completa disposizione per aiutarti a dormire meglio.

 

Fattori di rischio

Tra i fattori che possono contribuire all’insorgenza dell’OSAS troviamo:

  • L’aumento significativo di peso o l’obesità
  • Il consumo di alcool
  • L’abitudine al fumo
  • L’uso di farmaci rilassanti che inducono il sonno
  • L’età avanzata
  • La menopausa.

Va inoltre ricordato che i soggetti di genere maschile sono maggiormente colpiti da questa patologia.

 

Relazione tra Osas e insonnia

E’ importante anche evidenziare che esiste una relazione tra insonnia e apnee notturne. In particolare, gli studi dimostrano che:

  1. il 30-50% dei pazienti che soffre di osas presentano anche sintomi di insonnia clinicamente significativi e
  2. il 30-40% dei pazienti con insonnia cronica soffre anche di apnee notturne.

Quando ci troviamo di fronte a un caso di compresenza delle due patologie:

  • i sintomi di ciascuna delle due risultano peggiori
  • effettuare una diagnosi corretta diventa più difficile e
  • la terapia rischia di essere meno efficace.

Di conseguenza, diventa fondamentale che il medico e il paziente indaghino sia i sintomi dell’insonnia in caso di apnee notturne, sia la presenza di apnee in caso di sintomi da insonnia.

 

Terapie OSAS

Le terapie che si possono seguire, una volta che la patologia è stata confermata tramite polisonnografia, con referto stilato da un medico esperto in medicina del sonno, variano in base alle necessità e alla gravità.

Si possono adottare varie metodiche.

Nei casi meno gravi potrebbe essere sufficiente perdere peso corporeo così da diminuire la massa grassa presente nella parte alta del collo.

Nei casi moderati o gravi si può intervenire con:

  • Dispositivi chiamati CPAP: si tratta di strumenti che insufflano aria a pressione positiva costante impedendo il collasso delle vie aeree durante il sonno

 

  • Intervento chirurgico: per eliminare difetti anatomici o anomalie a livello delle vie aeree così da ampliare lo spazio per il passaggio dell’aria (ad esempio: faringoplastica, settoplastica funzionale, tonsillectomia, chirurgia per ipertrofia dei turbinati, epiglottoplastica, ecc.)

 

  • Terapia posizionale: indossando dei correttori di posizione che inducono il paziente a dormire su un lato tramite delle fasce che emettono una vibrazione quando il paziente adotta una posizione non consona (posizione supina)

 

  • Apparecchi odonotoiatrici: attraverso un apparecchio chiamato MAD (avanzatore della mandibola) è infatti possibile far avanzare leggermente la mandibola e la lingua, aprendo maggiormente le prime vie aeree e contrastando il loro collasso durante il sonno.

 

L’OSAS è molto diffusa anche tra i soggetti obesi. E’ sufficiente infatti un grado di obesità lieve o moderata per avere un rischio elevato di insorgenza delle apnee notturne. Nei pazienti che presentano un indice BMI >40kg/m2 si stima che la prevalenza dell’OSAS sia tra il 40 e il 90%. [5]

Solitamente, a questi soggetti, viene consigliato di sottoporsi alla chirurgia bariatrica.

Una diagnosi corretta e, nei casi positivi, l’utilizzo della CPAP prima e dopo l’intervento consentono di gestire in modo sicuro la procedura chirurgica e l’utilizzo di anestetici e sedativi senza incorrere in complicanze maggiori. [6] [7]

Il bendaggio gastrico con il bypass gastroesofageo inducono ad una sazietà precoce e malassorbimento dei nutrienti, portando il paziente ad una perdita del peso corporeo in eccesso di circa il 60% nei primi 12/18 mesi dopo l’intervento. Si stima che questo metodo permetta a più dell’85% dei pazienti di risolvere il problema dell’OSAS.

 

Bambini e rischio OSAS

In età pediatrica le apnee notturne sono riconducibili prevalentemente all’OSAS.

Solitamente, nei bambini le apnee ostruttive possono essere provocate da un ingrossamento delle tonsille o delle adenoidi oppure da alcuni difetti congeniti o, ancora, da problematiche odontoiatriche. Tale condizione è presente nel 2-5% dei bambini di ogni età, ed è più frequente nei bambini tra i 2 e i 6 anni.

I segnali che possono far sospettare i genitori che il proprio bambino soffra di apnee durante il sonno sono:

  • Russamento abituale
  • Sonno agitato
  • Tendenza a respirare con la bocca aperta
  • Enuresi notturna (pipì a letto)

 

I sintomi diurni possono comprendere:

  • mal di testa mattutino frequente
  • difficoltà a concentrarsi
  • difficoltà nell’apprendimento
  • iperattività, aggressività.

Alcuni bambini potrebbero anche presentare problematiche legate alla normale crescita fisica.

 

Quali sono i fattori di rischio in età pediatrica?

Ci sono molte variabili che potrebbero provocare l’insorgere delle apnee, tra le più comuni troviamo come abbiamo detto l’ingrossamento delle tonsille o delle adenoidi. Altri fattori che potrebbero concorrere sono:

  • Asma
  • Anomalie cranio-facciali
  • Obesità
  • Sindromi genetiche

 

OSAS: diagnosi e cura nei bambini

In caso si sospetta OSAS, il genitore dovrà rivolgersi al pediatra per accertare la sintomatologia e intraprendere il percorso di cura più idoneo al bambino. L’esame di riferimento per accertare le apnee notturne è la polisonnografia pediatrica, un esame affidabile, non invasivo e non doloroso che si può svolgere direttamente al domicilio.
Una volta accertata la presenza dell’OSAS, le terapie possibili da adottare sono:

  • Asportazione delle tonsille e delle adenoidi
  • Dispositivi odontoiatrici
  • Terapia con CPAP

Nei casi più lievi è possibile seguire una terapia medica basata sull’utilizzo di cortisonici per uso nasale per un periodo di tempo non prolungato.

 

Articolo revisionato dalla Dr.ssa Emiliana Meleo.

La dr.ssa Emiliana Meleo è specialista in Malattie dell’Apparato Respiratorio, Dottore di Ricerca in Neuroscienze.
Il campo di interesse, da anni, è la gestione delle problematiche respiratorie acute e croniche nei pazienti con patologia neuromuscolare; dalle tecniche di riabilitazione alla ventilazione meccanica invasiva e non invasiva.

Esperienze:
– Dal 2009 al 2010 collaborazione a tempo determinato, presso l’Istituto di Neurologia dell’Università “La Sapienza” per l’espletamento dell’attività di ricerca dal titolo ”Malattie Neurodegenerative invalidanti del giovane adulto e il loro impatto sulla qualità della vita”
– Docente per corsi e master universitari e corsi di formazione relativi alla gestione delle complicanze respiratorie, ventilazione meccanica invasiva e non invasiva, nei pazienti neuromuscolari
– Autore di pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali, frutto di collaborazioni con istituti di ricerca nazionali ed internazionali

 

Referenze

[1] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22310840

Obstructive sleep apnea is underrecognized and underdiagnosed in patients undergoing bariatric surgery. . Ravesloot MJ, van Maanen JP, Hilgevoord AA, van Wagensveld BA, de Vries N. 2012, Eur Arch Otorhinolaryngol., p. 269(7):1865–1871.

 

[2] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2854698/

Frequency of sleep apnea in stroke and TI patients: a meta-analysis. Johnson KG, Johnson DC. 2010, J Clinic Sleep Medicine, p. 6(2):131–137.

 

[3] [4] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18250205

The epidemiology of adult obstructive sleep apnea. NM., Punjabi. 2008, Proc Am Thorac Soc., p. 5(2):136–143.

 

[5] Effects of bariatric surgery on mortality in Swedish obese subjects. Sjöström L, Narbro K, Sjöström CD. N Engl J Med 2007;357:741-52

 

[6] Postoperative complications in patients with obstructive sleep apnea: a retrospective matched cohort study. Liao P, Yegneswaran B, Vairavanathan S,et al.  Can J Anesth 2009; 56: 819-28

 

[7] Postoperative complications in patients with obstructive sleep apnea. Kaw R, Pasupuleti V, Walker E, Ramaswamy A, Foldvary-Schafer N. Chest. 2012 Feb;141(2):436-41

Articolo del 06-12-2019

Mila Orsini