Emiliana Meleo

Articolo del 05-12-2019

Apnea notturna e invalidità: in questo articolo spiegheremo cos’è l’apnea notturna, a quale grado di invalidità dà diritto e come ottenere il relativo certificato.

 

Apnea notturna: diffusione

Si stima che in Italia circa 12 milioni di persone soffrano di apnea notturna di livello moderato o grave [1]. Possiamo parlare di:

  • apnee notturne quando, durante il sonno notturno, il respiro si interrompe in maniera completa. La durata di ciascuna apnea può variare da 10 secondi a meno di 3 minuti,
  • ipopnea quando si ha una riduzione parziale del respiro
  • RERA quando c’è una limitazione della respirazione con un progressivo aumento dello sforzo respiratorio seguito da un blocco repentino.

Questi disturbi sono più frequenti nei soggetti di sesso maschile; nelle donne invece è più probabile che si manifestino dopo la menopausa.

 

Sintomi

L’apnea notturna è fonte di problemi per il paziente sia durante la notte, a causa dei continui microrisvegli che impediscono di riposare bene, sia durante il giorno, con sonnolenza, mal di testa frequenti, calo dell’attenzione e svogliatezza. E’ per questo motivo che tale patologia dà diritto ad una percentuale di invalidità.

Tutti questi sintomi hanno ripercussioni fortemente negative sulla vita famigliare, sociale e lavorativa.

Oltre ai problemi appena visti, è opportuno ricordare che la sindrome delle apnee notturne, se non trattata, può avere anche conseguenze molto gravi, quali:

  • Ictus
  • Infarto
  • Insufficienza cardiaca.

 

 Apnea notturna e legge 104

Il nostro sistema sanitario riconosce l’apnea notturna come condizione invalidante ma non come handicap.

Pertanto, chi soffre di apnea notturna ha diritto ad alcune agevolazioni ma non può richiedere la Legge 104/92.

La Legge 104/92 “Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate” è il riferimento normativo per individuare i soggetti che possono beneficiare di agevolazioni a seguito della loro condizione di disabilità o in quanto prestatori d’assistenza (caregivers) a familiari bisognosi.

 

Apnea notturna: invalidità

L’apnea notturna può manifestarsi con diversi gradi di gravità.

La legge stabilisce per i casi più lievi percentuali di invalidità basse: in questo caso, la sola agevolazione a cui ha diritto il soggetto richiedente è di poter usufruire dei dispositivi terapeutici gratuitamente. Tali dispositivi, grazie all’erogazione di un flusso d’aria continuo a pressione positiva (CPAP) attraverso una maschera da posizionare sul viso, aiutano a tenere aperte le vie aeree durante il sonno e quindi permettono al paziente di dormire senza interruzioni.

L’esame di riferimento per la diagnosi dell’apnea notturna  è la polisonnografia.  Tramite questo esame è possibile analizzare la qualità del sonno e individuare la presenza di apnee, la loro frequenza durante la notte e la loro gravità.

 

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Il punteggio massimo di invalidità civile attribuito dalla commissione dell’ASL ai soggetti che soffrono di apnea notturna è del 40%.

Qualora l’apnea sia causa di patologie più gravi, come ad esempio la cardiopatia cronica, l’invalidità verrà riconosciuta sulla patologia conseguente (cardiopatia cronica) e non sull’apnea.

La pensione di invalidità viene riconosciuta a quei soggetti che presentano almeno il 74% di invalidità civile [2], l’importo di tale pensione varia in base al reddito percepito dal soggetto che ne fa richiesta.

 

Iter per la certificazione dell’invalidità

Il soggetto che intende richiedere l’invalidità dovrà per prima cosa recarsi dal proprio medico di base e richiedere il certificato medico introduttivo che attesta l’invalidità dovuta all’apnea notturna.

Il certificato dovrà riportare:

  • tutti i dati del paziente (dati anagrafici, dati clinici, patologie in corso),
  • la finalità per cui si richiede il certificato stesso,
  • la natura delle patologie invalidanti e la loro diagnosi.

Il certificato dovrà poi essere inviato per via telematica dal medico abilitato all’INPS che rilascerà una ricevuta (il certificato ha validità di 90 giorni). Il paziente in sede di visita medica presso l’Ente dovrà portare con sé la ricevuta e il certificato in originale.

È anche possibile presentare la domanda attraverso il sito INPS, con le proprie credenziali di autenticazione, o presso patronati e associazioni di categoria per i disabili.

L’Inps trasmetterà poi la domanda pervenuta alla sede ASL di competenza, la quale convocherà l’interessato per la visita. Alla visita con la commissione legale dell’ASL il paziente potrà farsi accompagnare da un medico di sua fiducia. Il verbale della visita verrà poi trasmesso online al paziente in duplice copia. Nella prima copia il paziente troverà i suoi dati sanitari, nella seconda il giudizio della Commissione.

 

Riferimenti

[1] https://www.stampa.unibocconi.it/editor/archivio_pdf/Executive_summary_ITA20190711113227.pdf

[2] https://www.inps.it/nuovoportaleinps/default.aspx?itemdir=49987

 

Articolo revisionato dalla Dr.ssa Emiliana Meleo.

Articolo del 05-12-2019

Emiliana Meleo

La dr.ssa Emiliana Meleo è specialista in Malattie dell’Apparato Respiratorio, Dottore di Ricerca in Neuroscienze. Il campo di interesse, da anni, è la gestione delle problematiche respiratorie acute e croniche nei pazienti con patologia neuromuscolare; dalle tecniche di riabilitazione alla ventilazione meccanica invasiva e non invasiva. Esperienze: – Dal 2009 al 2010 collaborazione a tempo determinato, presso l’Istituto di Neurologia dell’Università “La Sapienza” per l’espletamento dell’attività di ricerca dal titolo ”Malattie Neurodegenerative invalidanti del giovane adulto e il loro impatto sulla qualità della vita” – Docente per corsi e master universitari e corsi di formazione relativi alla gestione delle complicanze respiratorie, ventilazione meccanica invasiva e non invasiva, nei pazienti neuromuscolari – Autore di pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali, frutto di collaborazioni con istituti di ricerca nazionali ed internazionali