Emiliana Meleo

Articolo del 04-04-2023

Le apnee ostruttive del sonno, o OSAS (Obstructive Sleep Apnea Syndrome), sono una patologia che comporta un’interruzione nella respirazione durante il sonno a causa di un’ostruzione, totale o parziale, delle vie aeree superiori.

Più frequenti negli uomini, con una prevalenza del fenomeno che aumenta con l’età, possono interessare anche la popolazione femminile, in particolare dopo la menopausa.

Le OSAS sono caratterizzate da diversi livelli di intensità:

  • quando si verifica un’interruzione del respiro che varia dai 10 secondi a meno di 3 minuti, si parla di apnea;
  • quando si verifica una riduzione parziale della respirazione, si parla di ipopnea;
  • quando la respirazione è limitata, lo sforzo respiratorio aumenta progressivamente e segue poi un veloce sblocco, si parla di RERA (Respiratory Effort Related Arousal).

Le apnee del sonno possono avere diverse cause, tra le quali: l’obesità o il sovrappeso, un’ostruzione delle vie aeree superiori, l’assunzione di sonniferi o l’abuso di alcol prima del sonno.

Quali sono i sintomi delle apnee notturne

A caratterizzare le OSAS è in primo luogo il russamento, che si verifica già nelle prime fasi del sonno. In alcuni casi il soggetto tende a svegliarsi bruscamente percependo una sensazione di mancato respiro.

Per quanto i sintomi possano variare di soggetto in soggetto e in base alla gravità del fenomeno, vi sono però molti disturbi collegati a questa patologia che consentono di riconoscerla abbastanza facilmente; tra questi:

  • cefalee al risveglio;
  • sudorazioni notturne;
  • difficoltà a concentrarsi, sonnolenza diurna e senso di affaticamento;
  • depressione, ansia, irrequietezza o irritabilità;
  • necessità di urinare frequentemente di notte.

 

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Inoltre, spesso nell’uomo vi è un collegamento tra le apnee ostruttive del sonno e la disfunzione erettile.

Cosa fare in caso di apnee notturne

Qualora si riscontrino i sintomi tipici delle OSAS, è necessario rivolgersi presto ad un medico per avere una diagnosi accurata della propria situazione e dunque individuare il trattamento migliore per affrontarla.

Nei casi più lievi di apnee notturne, potrà essere utile mettere in campo alcuni accorgimenti o modificare alcune abitudini che influiscono sulla patologia, ad esempio:

  • provare a dormire su un fianco;
  • fare un regolare esercizio fisico;
  • seguire una dieta equilibrata;
  • smettere di fumare;
  • ridurre il proprio peso corporeo.

Nei casi più gravi, è possibile ricorrere a trattamenti farmacologici che correggano le cause della patologia e ne riducano i sintomi, o anche utilizzare il Cpap (Continuous positive air way pressure), una maschera da applicarsi su naso e bocca che facilita la respirazione.

La chirurgia può invece essere utile qualora venga riscontrata un’ostruzione nelle vie aeree superiori: in tal caso il paziente potrà ad esempio essere operato per setto nasale deviato oppure potrà subire una rimozione delle tonsille ipertrofiche.

Le OSAS possono influire sulla disfunzione erettile? Cosa ci dicono le ricerche

Esiste una correlazione tra apnee notturne e sessualità? La risposta è sì.

Pur non essendovi ancora risultati definitivi, varie ricerche hanno infatti dimostrato negli anni che i disturbi del sonno, tra cui appunto le apnee notturne, possono rappresentare un fattore di rischio per la disfunzione erettile.

 

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La correlazione tra i due fenomeni starebbe nel fatto che i disturbi del sonno generati dalle OSAS, con i conseguenti numerosi risvegli notturni, possono diminuire i livelli di testosterone maschile e determinare una scorretta ossigenazione del sangue.

Entrambi questi fattori sono in grado di generare vari problemi, tra cui appunto la disfunzione erettile, patologia consistente nell’incapacità di ottenere o mantenere un’erezione del pene.

Tutto ciò potrebbe, inoltre, essere aggravato dalle condizioni di stress, affaticamento e irritabilità, che rappresentano spesso una conseguenza delle apnee notturne.

Cosa dicono le ricerche

Uno studio del 2009 del Journal of Sexual Medicine ha scoperto che il 69% dei partecipanti di sesso maschile con diagnosi di OSAS era anche soggetto a disfunzione erettile.

Stesso risultato ha riguardato il 63% dei partecipanti, soggetti ad apnee notturne, di uno studio successivo, condotto nel 2016.

Sempre in un sondaggio del 2016 condotto su oltre 120 uomini con disfunzione erettile, è emerso che il 55% di loro ha riportato sintomi correlati alle apnee notturne.

Numerosi studi hanno inoltre evidenziato come i disturbi del sonno possano essere una delle principali cause dei problemi sessuali, proprio perché una vita sessuale sana può essere collegata ad un buon sonno.

Anche una ricerca pubblicata nel 2018 sul The World Journal of Men’s Health ha messo in evidenza come il sonno frammentato di coloro che soffrono di apnee notturne possa contribuire a problemi sessuali come la disfunzione erettile.

Come trattare OSAS e disfunzione erettile

Data la stretta correlazione tra apnee notturne e problemi sessuali quali, appunto, la disfunzione erettile, ne risulta dunque che il trattamento delle OSAS può avere effetti benefici anche sulla disfunzione erettile, riportando i livelli di testosterone e di ossigeno a livelli normali.

In precedenza abbiamo visto quali possono essere i rimedi, farmacologici, chirurgici e non, per trattare le OSAS. Allo stesso modo, anche la disfunzione erettile può essere trattata direttamente.

Ecco alcuni accorgimenti volti ad una corretta igiene del sonno, ovvero a favorire un riposo sano ed efficace, per tentare di risolvere le difficoltà in modo naturale. Tra questi:

  • fare un leggero spuntino prima di coricarsi;
  • evitare sostanze stimolanti prima di dormire (alcol, fumo, caffeina);
  • non fare sonnellini durante il giorno;
  • coricarsi e svegliarsi ad orari regolari;
  • in caso di risveglio notturno, alzarsi e condurre un’attività tranquilla per una trentina di minuti prima di tornare a letto;
  • condurre una regolare attività fisica, ma non nelle tre ore precedenti al riposo notturno;
  • usare tecniche di rilassamento;
  • non guardare la tv né utilizzare cellulari o altri device a letto.

In ogni caso, il consulto con il proprio medico è sempre necessario.

 

Articolo del 04-04-2023

Emiliana Meleo

La dr.ssa Emiliana Meleo è specialista in Malattie dell’Apparato Respiratorio, Dottore di Ricerca in Neuroscienze. Il campo di interesse, da anni, è la gestione delle problematiche respiratorie acute e croniche nei pazienti con patologia neuromuscolare; dalle tecniche di riabilitazione alla ventilazione meccanica invasiva e non invasiva. Esperienze: – Dal 2009 al 2010 collaborazione a tempo determinato, presso l’Istituto di Neurologia dell’Università “La Sapienza” per l’espletamento dell’attività di ricerca dal titolo ”Malattie Neurodegenerative invalidanti del giovane adulto e il loro impatto sulla qualità della vita” – Docente per corsi e master universitari e corsi di formazione relativi alla gestione delle complicanze respiratorie, ventilazione meccanica invasiva e non invasiva, nei pazienti neuromuscolari – Autore di pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali, frutto di collaborazioni con istituti di ricerca nazionali ed internazionali