Dott.ssa Ginevra Del Giudice

Articolo del 08-02-2024

La Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno, conosciuta con l’acronimo di OSAS è uno dei possibili disturbi del sonno, poco nota ma parecchio diffusa e, soprattutto, spesso sottovalutata.

Chi soffre di OSAS, subisce delle interruzioni della respirazione mentre dorme a causa di restringimenti o ostruzioni delle vie aree superiori. 

Tra i principali sintomi dell’OSAS troviamo:

In particolare, la costante sonnolenza che caratterizza i soggetti affetti da OSAS, può mettere a rischio la loro vita sociale e lavorativa, e anche diventare causa di distrazioni o incidenti.

 

Terapia posizionale per le OSAS

Uno dei trattamenti più diffusi per la Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno è la Terapia Posizionale. 

Questo approccio medico prevede per il paziente l’utilizzo di un dispositivo che gli impedisca di assumere la posizione supina poiché, per la maggior parte degli individui, è proprio questa la posizione che provoca i maggiori casi di OSAS.

Alcuni pazienti infatti, consapevoli di incorrere nel problema respiratorio solo quando assumono la posizione supina mentre dormono, cercano di evitarla con dei rimedi fai-da-te che spesso si rivelano tanto inefficaci quanto scomodi e limitanti. 

Tra i rimedi casalinghi più diffusi, c’è quello che consiste nel cucire una pallina da tennis sulla parte posteriore della maglia del pigiama, per non posare la schiena sul materasso, a causa del fastidio. Con lo stesso scopo, alcuni pazienti indossano prima di addormentarsi delle fasce – cuscino, una sorta di zaino, che invoglia a dormire sul fianco.

Terapia posizionale: funziona sempre?

Questa terapia è indicata in alcuni casi specifici di OSAS, e cioè quando le Apnee sono causate soprattutto dalla posizione supina (Sindrome della apnee notturne a carattere posizionale). In questi casi, solitamente, la Terapia Posizionale si rivela davvero risolutiva della problematica.

La Terapia Posizionale, qualsiasi sia la modalità con cui viene eseguita, va però sempre monitorata attentamente. Per farlo, ci si serve di un esame fondamentale per la diagnosi dei disturbi del sonno: la polisonnografia.

Questo esame, oltre che per la diagnosi, viene utilizzato spesso per valutare l’andamento delle terapie dei disturbi del sonno. 

La polisonnografia è semplice, sicura e non invasiva. Viene eseguita mentre il paziente dorme e registra le sue attività respiratorie e cardiache.

Qualora la polisonnografia dovesse rivelare che la Terapia Posizionale non è efficace, lo specialista di medicina del sonno dovrà optare per un diverso approccio, scegliendo caso per caso, quello più indicato tra: 

  • Terapia Posizionale meccanica;
  • Terapia Posizionale con dispositivi elettronici;
  • CPAP;
  • Approccio Chirurgico;
  • Dispositivi Odontoiatrici.

 

Articolo del 08-02-2024

Dott.ssa Ginevra Del Giudice

Medico chirurgo, specialista in Malattie dell'Apparato Respiratorio. Esperto in Disturbi Respiratori nel Sonno AIPO-ITS. Iscritta nel Registro Nazionale degli Esperti in DRS AIPO-ITS. Master Universitario di II livello in “Pneumologia interventistica” presso Università Politecnica delle Marche. Dottore di ricerca in “Medicina Interna e Immunologia Applicata” Membro ERS, AIPO e AIMS. Autore di diverse pubblicazioni scientifiche per riviste nazionali ed internazionali. ​​