Emiliana Meleo

Articolo del 02-01-2024

Quando si russa si emettono, durante il sonno, dei suoni rochi e ripetuti che disturbano chi dorme accanto e impediscono al soggetto che ne soffre di avere un riposo ottimale. Ciò avviene perché l’aria non fluisce liberamente ma si infrange contro a degli ostacoli, generando delle vibrazioni sonore provocate dallo sfregamento dei tessuti molli della bocca e del palato.

Va specificato che il russare può essere un fenomeno del tutto occasionale che non deve destare alcuna preoccupazione. 

Quando invece russare diventa la norma, si può affermare che il soggetto soffre di roncopatia, una patologia cronica che a lungo andare può causare complicanze e difficoltà nella gestione del sonno. Inoltre, con il tempo si può andare incontro a disturbi respiratori anche gravi, come le apnee notturne ostruttive.

A russare sono il 40% degli uomini e il 25% delle donne. Quello del russamento è un problema diffuso che non dovrebbe però mai essere sottovalutato. Indagarne le cause e consultare un esperto di medicina del sonno è determinante per preservare il proprio benessere e la propria salute.

 

Cause del russamento

I motivi per cui si russa possono essere molto vari. 

Alcune cause possono essere occasionali, come ad esempio una cena troppo pesante o l’aver esagerato con il consumo di alcolici. Tra le condizioni, una delle principali è l’obesità e il peso troppo elevato.

Anche l’età avanzata viene inserita tra le cause del russare, perché invecchiando le vie aree perdono il tono muscolare ottimale. A causare brontolii e sbuffi mentre si dorme, suoni tipici del russamento notturno, può essere una particolare conformazione anatomica della zona palatale o della bocca, o ancora alterazioni patologiche come, ad esempio:

  • Adenoidi;
  • Tonsille ingrossate;
  • Sinusite;
  • Rinite;
  • Polipi nasali.

Infine, non va dimenticato che esiste anche un fattore genetico alla base della tendenza a russare. Gli individui che hanno in famiglia un soggetto affetto da roncopatia, sono maggiormente inclini a russare mentre dormono.

Russare: quando preoccuparsi 

Quando l’individuo russa ogni notte, il suo sonno inizia a essere poco rigenerante e disturbato. Senza considerare il fastidio per chi dorme accanto a un soggetto che russa, è bene sapere che a lungo andare, russare impedisce di dormire bene e provoca una sonnolenza diurna diffusa, un senso di malessere e cattivo umore. 

Il fenomeno del russamento peggiora in maniera determinante anche lo stile di vita e compromette il naturale ciclo sonno-veglia. Appare evidente allora che rivolgersi a un esperto di medicina del sonno è il primo passo da fare per poter trovare una soluzione e recuperare il proprio benessere. 

Ciò, considerando anche che spesso chi russa può incorrere in alcuni importanti disturbi del sonno come la Sindrome delle Apnee Ostruttive del sonno, o OSAS. In questi casi, ad esempio, russare crea anche dei problemi di natura sessuale legati al senso di stanchezza, come:

  • Calo della libido;
  • Mancanza di desiderio; 
  • Disfunzione erettile. 

Diagnosticare le Apnee Ostruttive del sonno è semplice. Basta effettuare una polisonnografia. In questo modo, una volta che la causa del disturbo è nota, lo specialista può consigliare il trattamento più indicato, caso per caso.

 

Posizioni per non russare

La posizione che si adotta mentre si dorme è molto importante e condiziona la respirazione durante il sonno. La posizione supina, infatti, oltre a essere quella più diffusa è anche la più dannosa perché in molti casi non permette al flusso d’aria di fluire liberamente.

Dormire a pancia in giù oppure di lato può essere una buona soluzione per ridurre il fenomeno del russamento. Particolare cura va messa anche nella scelta del cuscino, che non deve comprimere le vie respiratorie e deve risultare comodo per favorire il sonno.

Non a caso, per gli individui che russano si parla spesso di “terapia posizionale”. Questa terapia prevede l’utilizzo di alcuni dispositivi meccanici oppure elettronici, che impediscono al corpo di assumere la posizione supina e spingono l’individuo ad addormentarsi in posizione laterale, che è quella che consente la migliore respirazione possibile mentre si dorme. Tra i dispositivi maggiormente usati da chi russa ci sono dei cuscini da indossare a mo’ di zaino, che non permettono di dormire sulla schiena e quindi spingono il paziente ad assumere naturalmente la posizione laterale. Una valida alternativa a questi cuscini è rappresentata da un dispositivo elettronico munito di sensori da posizionare dietro la nuca. Quando la persona assume la posizione supina i sensori emettono una vibrazione fastidiosa che spinge chi lo indossa a modificare la propria posizione, senza che l’individuo si svegli.

Rimedi e terapie per non russare 

Smettere di russare, senza il supporto di uno specialista, è spesso un’impresa complessa. Tuttavia esistono dei rimedi e dei trattamenti che permettono di ridurre il problema. 

Tra i rimedi naturali più diffusi troviamo:

  • Tisane a base di valeriana;
  • Cerotto nasale;
  • Olii essenziali balsamici.

Esistono poi delle buone abitudini che influenzano il corretto riposo, tra questa evitare di bere, fumare e non mangiare troppo nelle ore serali, curando l’alimentazione e prediligendo cibi sani e bilanciati.

Quando dopo una polisonnografia viene diagnosticata l’OSAS o in presenza di apnee notturne, lo specialista del sonno prescrive una serie di trattamenti volti alla risoluzione del problema. 

Uno dei trattamenti più indicati in questi casi è rappresentato da un dispositivo medico, chiamato CPAP (Continuous Positive Airway Pressure). La CPAP è una macchina con una maschera da indossare mentre si dorme. Questo apparecchio assicura che la ventilazione durante il sonno resti costante e priva di interruzioni. La macchina, infatti, mantiene aperte le vite aree del paziente ed elimina i danni rappresentati dalla brusca interruzione della respirazione e, insieme a questi, riduce notevolmente il russamento e i fastidi ad esso collegati.

Articolo del 02-01-2024

Emiliana Meleo

La dr.ssa Emiliana Meleo è specialista in Malattie dell’Apparato Respiratorio, Dottore di Ricerca in Neuroscienze. Il campo di interesse, da anni, è la gestione delle problematiche respiratorie acute e croniche nei pazienti con patologia neuromuscolare; dalle tecniche di riabilitazione alla ventilazione meccanica invasiva e non invasiva. Esperienze: – Dal 2009 al 2010 collaborazione a tempo determinato, presso l’Istituto di Neurologia dell’Università “La Sapienza” per l’espletamento dell’attività di ricerca dal titolo ”Malattie Neurodegenerative invalidanti del giovane adulto e il loro impatto sulla qualità della vita” – Docente per corsi e master universitari e corsi di formazione relativi alla gestione delle complicanze respiratorie, ventilazione meccanica invasiva e non invasiva, nei pazienti neuromuscolari – Autore di pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali, frutto di collaborazioni con istituti di ricerca nazionali ed internazionali