Michele Terzaghi

Articolo del 16-03-2021

La 14^ giornata mondiale del sonno 2021 si celebrerà, su iniziativa della World Association of Sleep Medicine (WASM) il 19 marzo 2021. L’evento nasce e si ripropone di anno in anno per richiamare a livello mondiale l’importanza del sonno per avere una qualità di vita ottimale e migliorare lo stato di salute.

A testimonianza di ciò, lo slogan scelto per questa edizione è ‘sonno regolare, futuro sano’.

Il tempo da dedicare al sonno è sempre più spesso visto come privilegio inutile e sacrificabile di fronte alle abitudini della vita moderna, che come sirene chiamano a soddisfare esigenze di varia natura, voluttuarie e lavorative, maltrattando il sonno notturno. In aperto contrasto con una mole di dati ormai assodati che dimostrano come un buon sonno, regolare e ristoratore, porti in tutte le fasce di età a migliori prestazioni diurne e un maggior benessere psicofisico.

Il raggiungimento di un sonno ristoratore coinvolge non solo abitudini di vita che rispettino i sistemi di regolazione ipnica, ma anche l’attenzione a possibili patologie che possano compromettere l’esecuzione della sinfonia dei meccanismi fisiologici che governano il sonno.

 

Prevalenza dei disturbi respiratori del sonno

In termini epidemiologici, una quota importante di questi disturbi è costituita dai disturbi respiratori del sonno, che comprendono:

  •  la sleep apnea ostruttiva (OSAS),
  •  le sindromi con alterazioni centrali del respiro (apnee centrali),
  •  i disturbi da ipoventilazione e l’ipossiemia notturna.

Considerando la prevalenza di questi disturbi la sleep apnea ostruttiva è di gran lunga la più rilevante, colpendo fino al 14% degli uomini e il 7% delle donne all’interno dell’EU, con percentuali di soggetti affetti che crescono al crescere dell’età.

 

Rischi connessi ai disturbi respiratori del sonno

Paradossalmente, a dispetto delle conseguenze che comprendono un maggior rischio di eventi gravi e potenzialmente letali ischemici cardio e cerebrovascolari (infarti, ictus, ..), si stima che meno del 20% dei soggetti con questo disturbo sia stato diagnosticato.

Nonostante la crescente consapevolezza in ambito medico e l’attenzione crescente dei media sulla patologia, moltissime persone restano quindi esposte ad un fattore di rischio importante in termini di durata della vita, nonché a importanti ripercussioni su:

  • capacità cognitive,
  • produttività,
  • sicurezza personale in ambito lavorativo e al volante,
  • relazioni sociali e la qualità di vita globalmente considerata.

Le ultime linee di ricerca scientifica dimostrano che la sleep apnea ostruttiva si associa a deposizione nel cervello di una sostanza, la Beta amiloide, che rappresenta uno dei meccanismi principali di danno legato alla Demenza di Alzheimer. Non solo, ma più marcata è la sleep apnea, maggiore è il danno encefalico, dato che rinforza ulteriormente la nozione che soggetti con sleep apnea sono più inclini a sviluppare demenza nelle fasi più avanzate della vita.

Contemporaneamente, nuovi dati sul livello di attivazione del sistema vegetativo in soggetti con sleep apnea hanno dimostrato come apnee di maggior durata si associano ad una risposta cardiaca più pronunciata, con maggior variabilità della frequenza cardiaca. Questo a sua volta determina un minor livello di vigilanza diurna con calo dell’attenzione e delle capacità cognitive.

In questo senso possono essere interpretati anche i nuovi dati che segnalano come la sleep apnea nel sesso femminile si associ a maggior rischio di frattura vertebrale, rischio pari a 2-3 volte quello di donne senza sleep apnea. Infatti, tra i molteplici meccanismi ipotizzabili, si deve considerare la possibilità che il calo della vigilanza con eccessiva sonnolenza diurna esponga al maggior rischio di caduta.

 

Importanza della diagnosi e della terapia

D’altro lato, dati altrettanto recenti mostrano come trattare la sleep apnea, in particolare con CPAP, si associa a livelli di esercizio fisico maggiori, con maggior tollerabilità agli sforzi, compresi quelli potenzialmente legati a condizioni di autonomia funzionale, come salire/scendere le scale. Non possiamo poi non considerare, nel contesto di pandemia da SARS CoV-2 (COVID-19), come sia stato dimostrato che essere affetto da sleep apnea ostruttiva è un fattore di rischio indipendente per il ricovero ospedaliero.

A giudicare dal numero e dai risultati delle pubblicazioni scientifiche sull’argomento, sarebbe lecito aspettarsi che la consapevolezza della sleep apnea come uno dei maggiori determinanti del livello di salute fosse patrimonio di un numero sempre crescente di specialità mediche e, soprattutto, oggetto di maggior consapevolezza presso l’opinione pubblica.

L’attività dei centri di Medicina del sonno nei mesi di lockdown si è ridotta fino all’80%, e le linee guida per l’esecuzione degli esami polisonnografici impongono ancor oggi notevoli limiti alla possibilità di effettuare un numero adeguato di prestazioni diagnostiche, nonché a quella di poter instaurare un trattamento ventilatorio. 

Eppure, l’enorme distanza tra frequenza della malattia e numero di persone diagnosticate e trattate affonda le sue radici in periodi precedenti alla pandemia da COVID-19.

Primo fra tutti la mancata consapevolezza della malattia e della possibilità di terapie efficaci nella popolazione generale spinge i soggetti affetti a considerare normale la presenza di sintomi come sonnolenza o sonno non ristoratore, e quasi folcloristico raccontare ad amici e parenti la presenza di russamento ancorché abituale e intenso.

Inoltre, la classe medica è sì decisamente più attenta e preparata sull’argomento, tuttavia soggetti che non rientrano nello stereotipo del soggetto di sesso maschile, di mezza età, sovrappeso e con collo largo e tozzo possono sfuggire al sospetto diagnostico.

Un chiaro esempio è rappresentato da donne in post menopausa che riferiscono insonnia o depressione, che in alcuni casi meriterebbero uno studio mirato del pattern respiratorio notturno.

Vi è poi l’aspetto della scarsa disponibilità di esami polisonnografici presso i Centri di Medicina del Sonno e, sia pure in modo non giustificato, la paura che essere catalogati come pazienti con sleep apnea porti a subire conseguenze sull’idoneità alla guida (per approfondire, leggi anche Apnee ostruttive nel sonno e idoneità alla guida).

 

Come far fronte a questi problemi?

Sono quindi necessari sforzi per:

  • incrementare il grado di consapevolezza pubblica dei fattori di rischio e dei sintomi della sleep apnea ostruttiva;
  • semplificare e rendere maggiormente disponibili sistemi domiciliari per la diagnosi strumentale;
  • implementare nuove tecnologie, come la telemedicina, per la diagnosi e il monitoraggio clinico;
  • migliorare la conoscenza del rapporto costi-benefici dei vari approcci terapeutici, secondo i principi della medicina personalizzata in base al tipo, gravità e caratteristiche del disturbo nel singolo soggetto.

Non bisogna infatti dimenticare che raggiunto la diagnosi di sleep apnea, le possibilità di trattamento sono molteplici, sia con presidi noti da tempo e continuamente perfezionati, sia con nuovi approcci.

Accanto alla modifica delle abitudini di vita, con calo di peso, rinuncia ad alcolici almeno nelle ore serali e al fumo, il trattamento più utilizzato e solitamente efficace è l’applicazione di ventilazione notturna (CPAP, BiPAP, APAP).

Il trattamento efficace della sleep apnea permette di annullare completamente gli effetti immediati (aspetti cognitivi e sonnolenza,  ..) e a lungo termine (ipertensione arteriosa, aspetti metabolici, ..) della sleep apnea ostruttiva.

C’è, tuttavia, un inconveniente nel trattamento con CPAP legato alla sua bassa tollerabilità: non più del 60-70% dei pazienti riesce a tollerare l’apparecchio sul lungo periodo e nella maggior parte dei casi, l’uso notturno è limitato attorno alle 4-5 ore.

Altri approcci comprendono:

  • l’utilizzo di apparecchi ortodontici di avanzamento mandibolare o interventi otorinolarigoiatrici,
  • l’utilizzo di sistemi per evitare la posizione supina durante la notte meccanici od elettronici per soggetti con sleep apnea posizionale (ovvero presenza di apnee solo mentre si dorme in posizione supina),
  • la chirurgia bariatrica per ottenere il calo ponderale così come
  • l’utilizzo della stimolazione del nervo ipoglosso attraverso elettrodi impiantati può esser considerato in casi selezionati.

 

Novità nel campo della terapia

In attesa di validazione clinica, le principali novità nel trattamento del disturbo consistono nell’esistenza di protocolli farmacologici per soggetti con sleep apnea lieve-moderata entità, promettendo finalmente l’arrivo di una medicina da assumere la sera per risolvere la sleep apnea, e sistemi portatili di stimolazione della lingua, da eseguire durante le ore diurne, per aumentarne il tono muscolare anche nelle ore notturne ed impedire l’ostruzione delle vie aeree.

 

Articolo scritto dal dott. Terzaghi

Articolo del 16-03-2021

Michele Terzaghi

Il Dr. Michele Terzaghi si è laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi dell’Insubria con lode nel 1999, si è specializzato in Neurofisiopatologia Clinica presso l’Università degli Studi di Pavia nel 2003. Nel 2001 ottiene il Titolo di “Esperto in Medicina del Sonno” rilasciato dall’Associazione Italiana di Medicina del Sonno – AIMS ed è membro Commissione AIMS per l’Esame di esperto in medicina del sonno. Dal Novembre 2003 è Dirigente Medico presso il centro di Medicina del Sonno della Fondazione Mondino – Istituto Neurologico Nazionale a Carattere Scientifico IRCCS, di cui è attualmente responsabile. Dal Settembre 2018 è Ricercatore a tempo determinato presso il Dipartimento di Scienze del Sistema Nervoso e del Comportamento – Università di Pavia. Ha sviluppato l’attività di assistenza clinica e di ricerca nell’ambito della Medicina del sonno e dell’Epilessia; è autore di oltre 100 pubblicazioni su riviste nazionali ed internazionali e 8 capitoli di libro su disturbi del sonno. Il Dott. Terzaghi è iscritto all’ordine medici chirurgi e odontoiatri di Pavia.