Dott.ssa Ilaria Laccu

Articolo del 11-12-2025

L’impatto del fumo di sigaretta sul sistema respiratorio e cardiovascolare è noto da decenni grazie alla ricerca scientifica. 

Meno conosciuto, ma sempre più documentato dalla letteratura, è il legame tra tabagismo e disturbi del sonno: insonnia, risvegli frequenti, sonno non ristoratore, fino alle apnee ostruttive. 

I dati disponibili mostrano che fumare non significa soltanto un aumento degli episodi di tosse ma anche un peggioramento del sonno, con ripercussioni sulla salute metabolica, cardiovascolare e mentale.

Vediamo in che modo il fumo influisce sul riposo, come riconoscere i sintomi i potenziali rimedi.

 

Come il fumo di sigaretta influisce sul sonno

Gli effetti del fumo sul sonno si giocano su più livelli:

  • effetto della nicotina sul sistema nervoso: la nicotina è uno stimolante; aumenta frequenza cardiaca e stato di allerta, riduce la sonnolenza e può allungare la latenza di addormentamento; 
  • astinenza notturna: durante il sonno i livelli di nicotina si abbassano rapidamente; questo può generare micro-risvegli, agitazione e sonno frammentato, soprattutto nei forti fumatori; 
  • infiammazione e ostruzione delle vie aeree: il fumo aumenta l’infiammazione cronica delle vie respiratorie, favorisce edema e secrezioni; ciò rende più probabili russamento, apnee e ipopnee ostruttive. A confermarlo è un importante studio su (Nature)
  • alterazioni dell’architettura del sonno: vari studi polisonnografici mostrano nei fumatori una riduzione del sonno profondo (N3), cambiamenti nel sonno REM e incremento dei risvegli, con peggioramento della qualità percepita; 
  • effetto sul sistema cardiovascolare e metabolico: il sonno disturbato, a sua volta, amplifica il rischio di ipertensione, diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari, creando un circolo vizioso con il fumo. 

Non va trascurato il fumo passivo: anche l’esposizione al fumo ambientale è stata associata a peggior qualità del sonno in non fumatori, soprattutto giovani adulti.(PubMed)

 

Cosa ha mostrato lo studio più recente sul legame tra sonno e fumo 

Uno degli studi più aggiornati sul tema è un’analisi trasversale pubblicata nel 2024 su Frontiers in Psychiatry, (Frontiers) che ha utilizzato i dati del grande database statunitense NHANES (oltre 30.000 adulti con informazioni su abitudini tabagiche e sonno). 

In questo lavoro, i partecipanti sono stati classificati come non fumatori, fumatori leggeri, moderati o forti, e sono stati valutati vari esiti di sonno:

  • durata insufficiente del sonno;
  • problemi di sonno riferiti;
  • russamento;
  • episodi di “ansimare/fermarsi di respirare” durante il sonno;
  • eccessiva sonnolenza diurna.

I risultati principali:

  • i forti fumatori avevano un rischio del 73% più elevato di dormire meno di 7 ore per notte rispetto ai non fumatori (odds ratio 1,732);
  • il rischio di riportare problemi di sonno era quasi raddoppiato (OR 1,990);
  • russamento e pause respiratorie riferite risultavano significativamente più frequenti nei fumatori intensivi;
  • l’analisi dose–risposta mostrava che all’aumentare del numero di sigarette fumate cresceva progressivamente la probabilità di tutti gli esiti di sonno disturbato, almeno fino a circa 30 sigarette/die.(Frontiers)

In sintesi, lo studio suggerisce che il fumo è un importante fattore di rischio modificabile per diversi disturbi del sonno e che persino una riduzione (oltre che la cessazione completa) può avere effetti favorevoli sul riposo notturno.

 

Disturbi del sonno tipici del fumatore: sintomi e quadro clinico 

Nei fumatori possono comparire diversi quadri clinici, spesso sovrapposti:

  • insonnia iniziale: difficoltà ad addormentarsi, con tendenza a fumare “l’ultima sigaretta” per rilassarsi, che in realtà aumenta l’attivazione;
  • insonnia di mantenimento: risvegli frequenti durante la notte, talvolta accompagnati dal desiderio di fumare;
  • sonno non ristoratore: sensazione di stanchezza e “mente annebbiata” al risveglio, anche dopo un numero di ore apparentemente adeguato;
  • russamento e apnee: la combinazione di infiammazione delle vie aeree, alterazione del tono muscolare e comorbidità (obesità, alcol) aumenta il rischio di sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSA); 
  • sintomi diurni: eccessiva sonnolenza, difficoltà di concentrazione, irritabilità, calo del tono dell’umore.

 

Diagnosi: quando sospettare un disturbo del sonno legato al fumo 

L’inquadramento diagnostico parte sempre da una anamnesi accurata, che includa:

  • quantificazione dell’abitudine tabagica (sigarette/die, anni di fumo, pack–years);
  • orari dell’ultima sigaretta prima di coricarsi;
  • presenza di russamento, pause respiratorie riferite dal partner, risvegli con sensazione di soffocamento;
  • sintomi di insonnia (difficoltà di addormentamento, risvegli precoci, sonno non ristoratore);
  • sonnolenza diurna (scala di Epworth) e impatto su lavoro/guida.

Quando si sospetti un disturbo del sonno significativo, soprattutto in presenza di russamento importante, obesità, ipertensione o comorbidità respiratorie, si ricorre a:

  • polisonnografia o esame cardiorespiratorio notturno, per documentare apnee/ipopnee, desaturazioni, alterazioni dell’architettura del sonno;
  • valutazione pneumologica e otorinolaringoiatrica, in caso di sospetta OSA;
  • valutazione psicologica o psichiatrica, se coesistono ansia, depressione o dipendenza nicotinica severa che condiziona il sonno.

È importante ricordare che il fumo può essere sia causa sia fattore di mantenimento del disturbo: insonnia e sonnolenza aumentano lo stress e possono rendere più difficile smettere, creando un circuito auto-alimentato. 

Cure e strategie di trattamento 

Il trattamento dei disturbi del sonno nei fumatori richiede un approccio integrato, mirato sia al sonno sia alla dipendenza da nicotina.

 

Cessazione o riduzione del fumo 

  • smettere di fumare resta l’intervento più efficace a lungo termine per migliorare la qualità del sonno e ridurre il rischio di OSA e altre comorbidità; 
  • per molti pazienti sono utili counselling strutturato, farmaci per la disassuefazione (terapia sostitutiva nicotinica, vareniclina, bupropione, secondo indicazione medica) e programmi multidisciplinari;
  • nei casi in cui la cessazione immediata non sia possibile, anche la riduzione del numero di sigarette può portare benefici sul sonno, come suggerito dall’analisi dose–risposta dello studio NHANES.  (Frontiers)

 

Trattamento dei disturbi del sonno 

  • per l’insonnia: la terapia di prima scelta è la terapia cognitivo–comportamentale per l’insonnia (CBT–I), che lavora su pensieri disfunzionali e abitudini scorrette (orari irregolari, uso di schermi a letto, consumo serale di stimolanti);
  • i farmaci ipnotici possono essere valutati dallo specialista in casi selezionati, per brevi periodi e con monitoraggio, considerando la possibile interazione con il metabolismo indotto dal fumo;
  • per l’OSA: oltre alla cessazione del fumo, possono essere necessari CPAP, dispositivi orali o interventi otorinolaringoiatrici, secondo gravità e anatomia delle vie aeree. 

 

Igiene del sonno e stile di vita

Le regole di base di igiene del sonno diventano particolarmente cruciali nei fumatori:

  • evitare nicotina nelle 3–4 ore precedenti il sonno;
  • limitare alcol e pasti molto pesanti la sera, che aggravano russamento e apnee;
  • mantenere orari regolari di addormentamento e risveglio;
  • favorire attività fisica diurna regolare, che migliora sia il sonno sia le probabilità di successo nella cessazione dal fumo.

 

FAQ: domande frequenti su sonno e fumo 

Smettere di fumare può peggiorare il sonno all’inizio? 

Sì, nelle prime settimane dopo la cessazione è frequente un peggioramento transitorio del sonno (insonnia, sogni vividi, risvegli frequenti) legato alla sindrome da astinenza da nicotina.

Questo periodo, di solito limitato a pochi giorni o qualche settimana, va gestito con supporto medico, igiene del sonno e, se indicato, terapia sostitutiva nicotinica. A medio–lungo termine, tuttavia, la maggior parte degli ex fumatori sperimenta un sonno più profondo e continuo rispetto a quando fumava.

 

Le sigarette elettroniche disturbano il sonno quanto il fumo tradizionale?

Le evidenze su e–cig e sonno (PMC) sono in crescita: studi recenti suggeriscono che l’uso di sigaretta elettronica, soprattutto se contenente nicotina, è associato a ridotta durata del sonno, maggiore latenza di addormentamento e più disturbi del sonno, anche nei giovani adulti. 

L’assenza di combustione riduce l’esposizione ad alcuni tossici respiratori, ma la nicotina resta uno stimolante e può alterare architettura e qualità del sonno in modo simile al fumo convenzionale.

 

È utile spostare l’ultima sigaretta molto prima di andare a dormire?

Sì. Anche se la priorità resta la cessazione, evitare di fumare nelle ore serali può ridurre l’effetto stimolante immediato della nicotina e attenuare parte dei disturbi di addormentamento. Idealmente, l’ultima sigaretta dovrebbe essere fumata almeno 3/4 ore prima di coricarsi

Tuttavia, nei forti fumatori l’astinenza notturna può comunque provocare micro-risvegli: questo conferma che la strategia più efficace per un sonno di qualità resta un percorso strutturato per smettere di fumare, eventualmente integrato con supporti farmacologici e psicologici.

Fonti:

Articolo del 11-12-2025

Dott.ssa Ilaria Laccu

Medico Chirurgo specialista in Neurofisiopatologia del sonno. Possiede la certificazione Italiana AIMS di "Medico Esperto in Medicina del Sonno" ed Europea ESRS come "Somnologist" ad indirizzo Respiratorio e Neurologico. Dottorato in Neuroscienze applicato alla ricerca sulla Medicina del Sonno. Responsabile del Centro Neurologico di Cagliari, si occupa dell'inquadramento clinico dei disturbi del sonno e della diagnostica strumentale con polisonnografia notturna completa; personalizza poi la terapia mirata del problema riscontrato tramite una impostazione farmacologica, o comportamentale, o con ventilatore notturno. Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Cagliari. Specializzazione in Neurofisiopatologia presso l'Università degli Studi di Cagliari.