Dott.ssa Ginevra Del Giudice
Articolo del 17-10-2025
Indice
Il sonno rappresenta un pilastro sostanziale per la salute generale: incarna il momento in cui l’organismo recupera, regola le infiammazioni, consolida i processi cognitivi e modula la funzione immunitaria.
Tuttavia, quando le vie respiratorie inferiori sono soggette a fenomeni di broncospasmo, il riposo notturno può essere profondamente compromesso.
Il termine “bronchospasmo” descrive una reazione patologica delle vie aeree che comporta restringimento e aumentata resistenza al flusso d’aria: in contesti notturni, tale evento può tradursi in risvegli frequenti, frammentazione del sonno, riduzione della sua qualità e peggioramento generale della salute.
Ma cosa si intende per broncospasmo, quali sono le cause e i sintomi principali?
Cos’è il broncospasmo
Il broncospasmo, o spasmo bronchiale, è una contrazione parossistica dei muscoli lisci della parete bronchiale che determina una riduzione del calibro delle vie aeree.
In particolare:
- nell’asma bronchiale e nella BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva) il broncospasmo rappresenta uno degli eventi patogenetici chiave;
- il fenomeno può essere scatenato da stimoli infiammatori, reazioni allergiche, ipersensibilità bronchiale, esposizione a irritanti (fumo, polveri, agenti chimici) o variazioni ambientali come aria fredda o umida;
- in alcune circostanze, l’uso di farmaci (es. beta-bloccanti non selettivi) può contribuire a indurre spasmo bronchiale;
- il processo comporta anche un incremento della produzione di muco e un edema locale della mucosa bronchiale, fattori che aggravano ulteriormente il restringimento del lume bronchiale.
Dal punto di vista funzionale, il broncospasmo aumenta la resistenza al flusso espiratorio, rallenta l’espulsione dell’aria e può determinare ipossia locale, affaticamento respiratorio e senso di costrizione toracica.
Cause e fattori predisponenti
Le cause del broncospasmo possono essere molteplici e spesso in associazione.
Di seguito alcuni fattori principali:
- predisposizione asmatica o ipersensibilità bronchiale;
- esposizione a trigger allergici (acari, pollini, muffe, animali domestici) o irritanti (fumo, smog, sostanze chimiche);
- infezioni respiratorie acute (virali, batteriche) che scatenano reattività bronchiale;
- variazioni ambientali, in particolare aria fredda, umidità, sbalzi termici;
- esercizio fisico (specialmente in condizioni di freddo o aria secca), meccanismo noto come asma da sforzo;
- uso di farmaci che inducono broncocostrizione in soggetti predisposti;
- condizioni comorbide, come reflusso gastroesofageo, che possono irritare le vie aeree;
- fattori emotivi o stress che, per alcune persone, possono aggravare la reattività bronchiale.
Ogni soggetto può manifestare una combinazione di tali fattori, e l’effetto viene modulato dal grado di controllo della malattia di base.
Sintomi del broncospasmo
Il broncospasmo si manifesta con un quadro clinico riconoscibile, sebbene la gravità e la tipologia di segni possano variare da paziente a paziente:
- sensazione di costrizione toracica, oppressione al petto;
- difficoltà a inspirare o espirare pienamente;
- respiro sibilante (fischio) soprattutto in fase espiratoria;
- tosse, spesso stizzosa e persistente;
- senso di affanno o dispnea, specie durante l’attacco;
- talvolta, sensazione di fatica respiratoria anche a sforzi modesti;
- nei casi più gravi, dispnea acuta e necessità di intervento medico urgente.
Quando il broncospasmo si verifica di notte, i sintomi tendono a manifestarsi come risvegli ripetuti, difficoltà a riaddormentarsi e sensazione di sonno non ristoratore.
Terapia e gestione
La strategia terapeutica per il broncospasmo si fonda su misure preventive, farmacologiche e, quando necessario, interventi di supporto.

Gli obiettivi principali sono ridurre la frequenza e l’intensità degli episodi, mantenere un buon controllo della malattia di base (asma, BPCO, ecc.) e salvaguardare la qualità del sonno.
Le principali linee di intervento comprendono:
- farmaci broncodilatatori a breve durata (es. beta-2 agonisti inalatori a rapido effetto) per il sollievo immediato durante un episodio acuto;
- terapie di mantenimento con broncodilatatori a lunga durata (agonisti β₂ a lunga azione, anticolinergici) e, se indicato, corticosteroidi inalatori per ridurre l’infiammazione bronchiale;
- eventuale uso di corticosteroidi sistemici in fase acuta grave (con adeguata valutazione specialistica);
- broncodilatatori antileucotrienici o altri aggiuntivi in base alla gravità e al fenotipo clinico;
- ottimizzazione dell’ambiente domestico (riduzione allergeni, polveri, fumo, sostanze irritanti);
- monitoraggio regolare della funzione respiratoria (spirometria, picco di flusso);
- educazione terapeutica al paziente per riconoscere i segnali di pericolo e intervenire con il piano d’azione;
- prevenzione e trattamento tempestivo di infezioni respiratorie;
- adeguata gestione delle comorbidità (es. reflusso, rinite, obesità);
- nei casi severi, valutazione da parte di uno pneumologo o centro specializzato per terapie avanzate.
È cruciale che la terapia sia personalizzata, titolata in base ai sintomi e al controllo, e monitorata nel tempo con controlli periodici.
Impatto del broncospasmo sulla salute del sonno
Di seguito si descrivono i meccanismi con cui un broncospasmo notturno o una malattia bronchiale mal controllata possono compromettere il sonno, le conseguenze sul benessere e le strategie per mitigarle.
- risvegli e arousals frequenti: quando si verifica un broncospasmo notturno, si generano stimoli respiratori che inducono micro-risvegli (arousals). Tali risvegli, spesso brevi e non percepiti consapevolmente, interrompono l’architettura del sonno, frammentando cicli profondi e REM;
- difficoltà nell’inizio e nel mantenimento del sonno: il senso di dispnea, il respiro sibilante o l’oppressione toracica possono rendere difficile addormentarsi o ricadere nel sonno dopo un risveglio. Molti pazienti riferiscono prolungati periodi di insonnia secondaria ai sintomi respiratori notturni;
- riduzione della qualità del sonno: anche se la durata complessiva nominale del sonno sembra sufficiente, i continui disturbi irritativi riducono la “ricuperabilità” del riposo: diminuzione del sonno profondo (slow wave sleep) e del sonno REM che sono essenziali per il recupero fisico, la memoria e la regolazione neuroendocrina;
- interazione con altri disturbi respiratori del sonno: nei pazienti con asma o broncospasmo persistente, si osserva una maggiore prevalenza di disturbi del sonno concomitanti, tra cui la sindrome delle apnee ostruttive (OSA). La convivenza di OSA e broncospasmo può determinare un circolo vizioso: periodi di ipossia, micro-risvegli e infiammazione sistemica peggiorano entrambi i quadri;
- infiammazione sistemica e risposta immunitaria: la privazione di sonno o la scarsa qualità del sonno possono amplificare l’infiammazione bronchiale e sistemica, creando un circolo con ricadute negative sulla frequenza e la gravità degli episodi di broncospasmo. in altre parole, disturbi del sonno non corretti possono favorire un peggior controllo respiratorio;
- maggiore sensibilità agli stimoli notturni: nei soggetti con cattiva qualità del sonno, la reattività bronchiale può essere innalzata, rendendo più probabile che piccoli stimoli (variazioni termiche, allergeni ambientali notturni) inducano spasmi bronchiali.
Conseguenze cliniche e impatto sulla vita quotidiana
Il collegamento tra broncospasmo notturno e salute del sonno si traduce in effetti tangibili sulla vita diurna, tra cui:
- sonnolenza e stanchezza cronica durante il giorno;
- difficoltà di concentrazione, memoria compromessa e rendimento cognitivo ridotto;
- alterazioni dell’umore: irritabilità, ansia, depressione legate al sonno insufficiente o interrotto;
- peggior controllo della malattia respiratoria (aumento delle riacutizzazioni, bassa funzione polmonare);
- aumento del rischio cardiovascolare e metabolico, parallelo a quanto osservato nei disturbi del sonno cronici;
- peggioramento della qualità della vita globale, con impatto su attività, benessere psicofisico e relazioni sociali.
Una ricerca su pazienti asmatici ha dimostrato che circa il 66% riferiva disturbi del sonno e che un peggior controllo dell’asma correlava con una qualità del sonno compromessa (nella forma non controllata fino all’82 %) Nature. Altri studi confermano che la frammentazione del sonno è frequente nei soggetti con sintomi notturni bronchiali. ( SLEEP IN ASTHMA – ScienceDirect)
Broncospasmo: strategie preventive e correttive preservare il sonno
Per attenuare l’impatto del broncospasmo sul sonno, è utile adottare strategie mirate che integrino il controllo della patologia respiratoria con misure igieniche del sonno:
- ottimizzare la terapia respiratoria seguendo scrupolosamente le prescrizioni, con attenzione particolare ai momenti serali e notturni;
- evitare l’uso di farmaci che possono peggiorare la bronchocostrizione (se non indispensabili) durante le ore vicine al sonno;
- garantire un ambiente notturno che riduca l’esposizione ad allergeni (polvere, acari, muffe), umidità e sostanze irritanti;
- mantenere una temperatura mite e costante in camera da letto, evitando sbalzi termici che possano scatenare reattività bronchiale;
- se indicato, valutare con lo specialista la coesistenza di OSA e, in tal caso, attuare anche terapie specifiche (pressione positiva, dispositivi orali);
- adottare una buona igiene del sonno: orari regolari, evitare alimenti pesanti prima di coricarsi, ridurre stimoli luminosi e schermi nelle ore serali;
- in caso di sintomi notturni frequenti, segnalare tempestivamente al medico per rivalutare il piano terapeutico;
- nei casi moderati o gravi, può essere utile un monitoraggio del sonno (polisonnografia) per identificare eventuali disturbi respiratori associati.
Il rapporto tra sonno e broncospasmo è da considerarsi di tipo bidirezionale: il broncospasmo notturno compromette profondamente la qualità del sono, e al contempo un sonno disturbato può aggravare l’iperreattività bronchiale.
Per il paziente, ciò significa che non basta trattare solo il sistema respiratorio: è indispensabile proteggere il sonno come componente essenziale della terapia.
Affinché il sonno resti un momento rigenerativo, è essenziale un controllo attento del broncospasmo, la correzione degli aspetti ambientali e l’adozione di buone abitudini del sonno. In caso di sintomi notturni persistenti, è opportuno consultare un medico o uno specialista del sonno per una valutazione integrata.
Articolo del 17-10-2025
