Dott.ssa Ilaria Laccu

Articolo del 04-09-2025

I movimenti periodici degli arti (PLMs) sono movimenti ripetitivi che si manifestano solamente durante il sonno. Spesso sottovalutati, questi movimenti possono compromettere in modo importante la qualità del riposo, generando risvegli frequenti, sonnolenza diurna e disturbi cognitivi. 

I PLMs rappresentano un disturbo specifico del sonno riconosciuto dalla classificazione internazionale dei disturbi del sonno (ICSD-3) e meritano attenzione clinica, soprattutto quando si associano ad altre condizioni neurologiche o sistemiche.

In questo articolo analizzeremo cosa sono i PLMs, da cosa possono essere causati e quali strategie terapeutiche si sono dimostrate più efficaci.

 

Cosa sono i Movimenti Periodici degli Arti (PLMs)

I PLMs sono caratterizzati da contrazioni muscolari ritmiche, solitamente localizzate agli arti inferiori, che si verificano a intervalli regolari durante il sonno. Ogni episodio può durare da pochi minuti a diverse ore e può causare micro-risvegli non percepiti dal soggetto, ma rilevabili attraverso la polisonnografia.

Secondo l’American Academy of Sleep Medicine, i PLMs si distinguono dalla sindrome delle gambe senza riposo (RLS, di cui abbiamo analizzato alcuni esercizi per alleviarne i sintomi), sebbene in molti casi possano coesistere. Mentre la RLS si manifesta come un bisogno irrefrenabile di muovere le gambe da svegli, i PLMs avvengono inconsciamente durante il sonno, soprattutto nelle fasi N1 e N2.

L’indice PLM, ovvero il numero di movimenti per ora di sonno, rappresenta un parametro diagnostico importante: valori superiori a 15 movimenti/ora negli adulti sono considerati clinicamente rilevanti.

 

Cause dei PLMs

I meccanismi patogenetici dei PLMs non sono ancora del tutto chiari. Si ritiene che siano coinvolti squilibri nei circuiti dopaminergici del sistema nervoso centrale, simili a quelli ipotizzati per la RLS.

Studi di neuroimaging suggeriscono alterazioni nella trasmissione neuronale dopaminergica e nella regolazione dell’attività motoria automatica.

 

PLMs secondari ad altre condizioni

Esistono alcune condizioni cliniche che sono delle comorbidità, ma non delle cause di PLMs – che possono mimare o nascondere la presenza di PLMs, che comunque hanno poligraficamente una durata e una frequenza specifica.

Le più frequenti sono:

  • sindrome delle gambe senza riposo (RLS): presente nell’80% dei pazienti con PLMs, questa condizione rappresenta la principale comorbidità. La relazione tra le due patologie è stretta, ma non sovrapponibile: i PLMs sono movimenti automatici durante il sonno, mentre la RLS è dominata da sensazioni spiacevoli e irrequietezza a gambe sveglie;
  • apnea ostruttiva del sonno: i movimenti agli arti inferiori possono insorgere come risposta agli arousal causati dalle apnee, agendo da meccanismo riflesso. La gestione dell’apnea può ridurre significativamente i PLMs secondari;
  • neuropatie periferiche: le patologie dei nervi periferici, come le neuropatie diabetiche, possono indurre alterazioni sensoriali e motorie che favoriscono l’insorgenza di movimenti non periodici;

lesioni midollari o cerebrali: danni al sistema nervoso centrale, come ictus o traumi, possono interferire con la regolazione motoria e generare movimenti anomali durante il sonno.

 

Fattori aggravanti

Diversi elementi possono favorire o esacerbare i PLMs:

  • età avanzata: l’incidenza dei PLMs aumenta con l’età, probabilmente per una maggiore vulnerabilità neurologica e per l’accumulo di comorbidità;
  • farmaci: alcuni psicofarmaci, come antidepressivi SSRI, antipsicotici e antistaminici, possono indurre o peggiorare i PLMs. In questi casi, è importante valutare con il medico un’eventuale modifica terapeutica.

 

Sintomi e diagnosi di movimenti periodici degli arti

I sintomi principali dei PLMs includono:

  • movimenti involontari e ritmici degli arti inferiori: questi movimenti si manifestano in sequenza di 4 o più movimenti, ognuno della durata di 0,5 a 10 secondi, separati tra loro da intervalli di 5 a massimo 90 secondi. Possono durare anche per ore. Sono spesso localizzati alle gambe, o solamente alle dita dei piedi, ma in alcuni casi possono coinvolgere anche le braccia;
  • risvegli notturni frequenti: i micro-risvegli causati dai movimenti, spesso non percepiti dal soggetto, interrompono il ciclo fisiologico del sonno e ne riducono la qualità;
  • stanchezza e sonnolenza diurna: conseguenza diretta della frammentazione del sonno. I soggetti possono lamentare difficoltà di concentrazione, scarsa energia e irritabilità;
  • alterazioni dell’umore: nei casi cronici, i disturbi del sonno associati ai PLMs possono contribuire allo sviluppo o al peggioramento di sintomi depressivi e ansiosi.

La diagnosi richiede l’esecuzione di una polisonnografia, esame strumentale che registra l’attività cerebrale, la respirazione, la frequenza cardiaca e i movimenti dei muscoli tibiali durante il sonno. 

Il riscontro di un PLM Index superiore ai limiti definiti rappresenta criterio diagnostico.

 

Conseguenze dei PLMs sulla qualità della vita

Quando frequenti e non trattati, i PLMs possono generare un sonno frammentato e non ristoratore, portando a:

  • eccessiva sonnolenza diurna: il soggetto può manifestare difficoltà a mantenere la vigilanza durante il giorno, con riduzione delle performance lavorative o scolastiche;
  • disturbi cognitivi: problemi di attenzione, rallentamento nei tempi di reazione, difficoltà mnemoniche. Tali alterazioni possono compromettere la quotidianità in modo significativo;
  • alterazioni dell’umore: la mancanza cronica di sonno è un fattore di rischio per disturbi dell’umore, come depressione e ansia. I soggetti possono diventare più irritabili, vulnerabili allo stress e meno resilienti;
  • peggioramento delle comorbidità: la frammentazione del sonno è stata associata a un aumento della pressione arteriosa, della glicemia e a un peggior controllo delle patologie croniche (ipertensione, diabete, obesità).

In alcuni casi, i PLMs possono anche compromettere la qualità del sonno del partner.

 

PLMs: rimedi e trattamenti

Andiamo ad osservare tutti possibili trattamenti per i Movimenti Periodici degli Arti.

 

Terapie farmacologiche

La scelta farmacologica dipende dalla severità del disturbo e dalla presenza di condizioni associate.

I farmaci più utilizzati sono:

  • benzodiazepine (es. clonazepam): possono migliorare la qualità del sonno e ridurre i risvegli, ma non agiscono direttamente sulla frequenza dei movimenti. Il loro uso è riservato a casi selezionati, per il rischio di dipendenza e tolleranza;
  • anticonvulsivanti (es. gabapentin, pregabalin): indicati soprattutto quando i PLMs si associano a dolore neuropatico. Agiscono stabilizzando le membrane neuronali e modulando la trasmissione sinaptica;
  • agonisti dopaminergici (es. pramipexolo, ropinirolo): agiscono modulando l’attività motoria a livello centrale. Sono particolarmente efficaci nei PLMs associati a RLS. Tuttavia, devono essere utilizzati con cautela, poiché possono determinare fenomeni di “augmentation”, ovvero un peggioramento paradossale dei sintomi con il tempo.

 

Strategie non farmacologiche

Approcci non farmacologici possono essere utili da soli o in combinazione con i farmaci:

  • igiene del sonno: mantenere orari regolari di addormentamento e risveglio, evitare schermi luminosi nelle ore serali, creare un ambiente silenzioso e confortevole;
  • esercizio fisico regolare: attività aerobica moderata (camminata, bicicletta, nuoto) può migliorare la qualità del sonno e ridurre la tensione muscolare, ma è importante evitare sforzi intensi nelle ore precedenti al sonno;
  • tecniche di rilassamento: mindfulness, meditazione guidata e stretching serale possono ridurre l’eccitazione psicofisica che favorisce l’attività motoria notturna;
  • evitare sostanze eccitanti: ridurre o eliminare caffeina, alcol e nicotina, in particolare nelle ore pomeridiane e serali.

 

Movimenti Periodici degli Arti: trattamento delle cause sottostanti

Si mostra fortemente necessario l’intervento sui fattori che possono contribuire ai PLMs.

Vediamo in che modo:

  • integrazione marziale: nei soggetti con ferritina <50 ng/mL, può essere utile una supplementazione orale o endovenosa di ferro, previo controllo medico;
  • trattamento dell’apnea del sonno: nei casi in cui siano presenti disturbi respiratori, l’uso della CPAP (Continuous Positive Airway Pressure) può ridurre i PLMs;
  • revisione della terapia farmacologica: se i PLMs sono indotti da farmaci, è opportuno valutare un cambiamento terapeutico in accordo con lo specialista.

 

Quando serve rivolgersi al medico

È consigliabile consultare uno specialista del sonno quando:

  • i movimenti notturni sono frequenti e disturbano il sonno, generando sonnolenza, affaticamento o irritabilità;
  • si manifestano sintomi neurologici associati o si sospetta una condizione secondaria come la RLS o l’apnea del sonno;
  • la qualità della vita è compromessa, con ripercussioni sulle attività quotidiane, sul lavoro o sulla sfera emotiva;
  • i sintomi persistono per settimane o si aggravano nonostante le modifiche allo stile di vita.

Una valutazione clinica precoce può prevenire complicanze e migliorare la qualità della vita.

In ultimo, dunque, i Movimenti  Periodici degli Arti (PLMs) rappresentano un disturbo del sonno che viene spesso trascurato e sottostimato (perché il paziente non ha percezione di questi movimenti), ma che mostra un impatto potenzialmente significativo sulla salute e sul benessere quotidiano complessivo. 

Riconoscere in modo precoce i sintomi, individuarne le cause e adottare una strategia terapeutica adeguata (che sia essa farmacologica o comportamentale) si rivela fondamentale per il miglioramento della qualità del riposo e la riduzione delle conseguenze sul piano fisico e mentale.

Se vi è il sospetto di soffrire di PLMs o sorgono dubbi sulla qualità del proprio sonno, occorre rivolgersi a un medico specialista. Dormire bene è una componente essenziale della salute generale di ogni individuo.

Articolo del 04-09-2025

Dott.ssa Ilaria Laccu

Medico Chirurgo specialista in Neurofisiopatologia del sonno. Possiede la certificazione Italiana AIMS di "Medico Esperto in Medicina del Sonno" ed Europea ESRS come "Somnologist" ad indirizzo Respiratorio e Neurologico. Dottorato in Neuroscienze applicato alla ricerca sulla Medicina del Sonno. Responsabile del Centro Neurologico di Cagliari, si occupa dell'inquadramento clinico dei disturbi del sonno e della diagnostica strumentale con polisonnografia notturna completa; personalizza poi la terapia mirata del problema riscontrato tramite una impostazione farmacologica, o comportamentale, o con ventilatore notturno. Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Cagliari. Specializzazione in Neurofisiopatologia presso l'Università degli Studi di Cagliari.