Emiliana Meleo

Articolo del 05-09-2023

Il test del cammino è un esame che permette di valutare la condizione respiratoria di un soggetto in corso di sforzo fisico sub-massimale. 

Viene anche chiamato Six minute walking test perché, in un tempo standard di sei minuti, questo particolare test è in grado di misurare la distanza che la persona riesce a percorrere in piano. 

Il medico lo prescrive per valutare la tolleranza di un paziente all’esercizio fisico. Il test del cammino permette anche di valutare i momenti di affaticamento e di carenza di ossigeno durante la camminata.

Si tratta di un test molto facile e veloce, assolutamente sicuro e non invasivo, che può essere eseguito ad ogni età

Al termine del test, ad ogni individuo, viene rilasciato un punteggio che determina la capacità di esercizio del paziente. Il test del cammino può anche essere ripetuto nel tempo per valutare eventuali miglioramenti o peggioramenti e apportare cambiamenti alla terapia farmacologica in corso.

 

A cosa serve il test del cammino?

Il test del cammino si rivela molto utile per valutare la capacità del sistema respiratorio, cardiovascolare e muscolare e per determinare, di conseguenza, la resistenza all’esercizio di una persona. 

Questo dato ovviamente cambia nel corso della vita anche in base alle condizioni di salute generali o ad eventi traumatici.

Un medico potrebbe prescrivere questo esame per valutare alcune specifiche condizioni a carico del cuore e dei polmoni, ad esempio, in caso di:

 

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In altri casi, lo specialista può servirsi del test del cammino per valutare anche la resistenza del paziente a un intervento chirurgico complesso.

Come abbiamo detto, il test del cammino è di facile esecuzione ed è sicuramente un esame a basso rischio. Il test è, però, controindicato in caso di:

  • patologie cardiache in atto (angina, infarto miocardico acuto);
  • ipertensione arteriosa severa;
  • impedimenti motori.

Al termine del test viene rilasciato un punteggio. Questo punteggio viene calcolato moltiplicando la distanza percorsa in sei minuti per la lunghezza della pista. 

Una persona adulta e in salute ha un punteggio medio tra i 400 e i 700m. Naturalmente, sono tante le variabili che possono condizionare il punteggio, dal sesso all’età, dalle condizioni di salute allo stile di vita.

In linea generale, però, vale la regola che un punteggio maggiore identifichi una migliore tolleranza all’esercizio, un punteggio inferiore invece mostra la presenza di patologia e difficoltà nel compiere un esercizio fisico.

Grazie al punteggio del Walking test, il medico può anche valutare se un percorso terapeutico si sta rivelando efficace per un miglioramento della qualità di vita del paziente; in caso contrario, grazie al punteggio registrato dal 6MWT può anche decidere di modificare la terapia farmacologica o le sue prescrizioni mediche.

 

Walking test: in cosa consiste l’esame?

Camminare è un gesto quotidiano: semplice, accessibile, privo di rischi e di complicazioni. Ecco perché il Test del Cammino è un test alla portata di tutti (salvo casi eccezionali). 

L’obiettivo di questo esame è camminare il più lontano possibile in 6 minuti, raggiungere quindi la massima distanza nel tempo previsto dal test.

Oltre ai 6 minuti di camminamento, il test non richiede grande preparazione né riscaldamento. In 10 minuti, infatti, il paziente può ultimare il suo esame e riprendere le sue attività quotidiane.

Il test si svolge nel seguente modo: il paziente viene collocato su una superficie piana; gli viene chiesto per sei minuti di camminare alla massima velocità possibile. 

Naturalmente, può fermarsi ogni volta che lo ritiene necessario per riprendere fiato ed eventualmente per riposarsi.

Prima di iniziare il test viene chiesto al paziente di compilare un breve questionario per valutare il suo affaticamento durante l’atto della respirazione e stabilire così il suo grado di dispnea. 

In caso ci fossero problematiche e patologie respiratorie, lo specialista potrebbe anche suggerire di effettuare il test con somministrazione di ossigeno, qualora la valutazione clinica del paziente lo rendesse necessario. 

Lo stesso questionario verrà poi nuovamente compilato anche alla fine del test.

Prima che il paziente inizi a camminare, il medico misura il polso e la pressione.

Il paziente che si sottopone al test del cammino viene monitorato per l’intera durata dell’esame. Durante tutto il test, il macchinario rileva la sua frequenza cardiaca, i dati della saturazione emoglobina e i metri percorsi dall’inizio del test. 

Tutto quello che dovrà fare quindi il paziente è solo camminare avanti e indietro, seguendo le indicazioni dello specialista: potrà rallentare liberamente e perfino fermarsi se il suo organismo lo richiederà. L’importante è che resti sempre in piedi e sia motivato a completare il percorso e a camminare per l’intera durata del test.

È bene sempre ricordare che chi si sottopone al test del cammino deve indossare un abbigliamento e delle scarpe adatte al movimento fisico, evitando di fare sforzi fisici importanti nelle ore che precedono l’esame. Inoltre, è meglio iniziare il walking test almeno due ore dopo aver mangiato, e non in maniera eccessiva.

Salvo diversa indicazione del medico, non è necessario sospendere le proprie terapie farmacologiche per effettuare questo test.

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Articolo del 05-09-2023

Emiliana Meleo

La dr.ssa Emiliana Meleo è specialista in Malattie dell’Apparato Respiratorio, Dottore di Ricerca in Neuroscienze. Il campo di interesse, da anni, è la gestione delle problematiche respiratorie acute e croniche nei pazienti con patologia neuromuscolare; dalle tecniche di riabilitazione alla ventilazione meccanica invasiva e non invasiva. Esperienze: – Dal 2009 al 2010 collaborazione a tempo determinato, presso l’Istituto di Neurologia dell’Università “La Sapienza” per l’espletamento dell’attività di ricerca dal titolo ”Malattie Neurodegenerative invalidanti del giovane adulto e il loro impatto sulla qualità della vita” – Docente per corsi e master universitari e corsi di formazione relativi alla gestione delle complicanze respiratorie, ventilazione meccanica invasiva e non invasiva, nei pazienti neuromuscolari – Autore di pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali, frutto di collaborazioni con istituti di ricerca nazionali ed internazionali