Emiliana Meleo

Articolo del 11-07-2023

Dormire bene alcune volte sembra un miraggio. Per alcuni individui, infatti, la possibilità di dormire bene è compromessa dai crampi notturni, dagli spasmi muscolari molto dolorosi che causano l’improvviso risveglio e la difficoltà ad addormentarsi nuovamente, con il risultato di sentirsi stanchi e demotivati al mattino.

Solitamente i crampi notturni durano pochi secondi, talvolta però la loro durata si estende anche ad alcuni minuti. Inoltre, durante la stessa notte possono ripresentarsi con frequenza compromettendo, così, il riposo. I crampi notturni possono interessare diverse parti del corpo, in particolare:

  • gambe;
  • cosce;
  • polpacci;
  • piedi.

Crampi notturni: da cosa dipendono?

Quando si presentano dei crampi notturni, capita di preoccuparsi proprio perché non si conosce l’origine di queste fitte dolorose e improvvise. Tuttavia, nella maggioranza dei casi, i crampi notturni non nascondono cause patologiche rilevanti.

Tra le cause che scatenano crampi notturni c’è uno stile di vita poco sano. Chi beve poco durante il giorno, ad esempio, tende a disidratarsi durante la notte e questo potrebbe provocare queste contrazioni muscolari involontarie.

Allo stesso modo, i crampi notturni possono derivare anche da una carenza di sostanze importanti per l’organismo, come ad esempio:

  • sali minerali;
  • vitamina D;
  • magnesio;
  • calcio;
  • sodio.

A far sopraggiungere i crampi notturni possono essere anche degli sforzi muscolari eccessivi o un allenamento intenso nelle ore serali. In questo caso il crampo muscolare notturno subentra perché il muscolo è troppo affaticato e non riesce a rilassarsi come dovrebbe, mentre si dorme.

A far scaturire i crampi, nello specifico è un accumulo di acido lattico che ostacola il flusso di ossigeno e sali minerali nel muscolo.
In tutti questi casi si parli di crampi benigni idiopatici, perché possono insorgere senza una causa precisa e per una concomitanza di fattori non particolarmente rilevanti.

Esistono anche delle condizioni fisiche che possono favorire la comparsa dei crampi, come la gravidanza. L’aumento di peso infatti carica in maniera eccessiva i muscoli e facilita il sopraggiungere di queste contrazioni durante la notte.

Anche se in casi più rari, i crampi possono essere sintomi di:

  • una malattia neurologica;
  • problemi di aterosclerosi periferica;
  • una neuropatia;
  • disturbi circolatori;
  • infezioni;
  • malattie endocrine, metaboliche ed epatiche

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Infine, la comparsa dei crampi potrebbe essere anche un effetto indesiderato dell’assunzione di alcuni farmaci, come ad esempio diuretici o statine. In questo caso si parla di crampi secondari.

Quali sono i rimedi per i crampi notturni?

Quando sopraggiunge il crampo spesso ci si trova di fronte a un dolore breve ma intenso. Anche quando lo spasmo muscolare termina, la zona resta infiammata e dolente.

È possibile praticare alcuni esercizi nel momento stesso in cui avviene il crampo, per attutire il dolore. Gli esercizi più diffusi come rimedio per i crampi sono:

  • Flettere la gamba, con piede piegato, in modo da guardare le proprie dita.
  • Camminare sui talloni per 5 minuti.

Anche altri rimedi possono rivelarsi molto utili per ridurre i sintomi e la frequenza dei crampi.

Durante una fase acuta è possibile immergere le gambe in acqua tiepida oppure fare degli impacchi, servendosi di una borsa per il ghiaccio.

Il movimento fisico è sicuramente una buona abitudine quotidiana. Tuttavia, per evitare l’insorgenza di crampi notturni sarà bene evitare di allenarsi dopo cena e fare sforzi fisici nelle ore serali.

Sì, invece, a una sessione ristoratrice di stretching o a un bel massaggio con olio di rosmarino, dalle proprietà rilassanti e sfiammanti per i muscoli.

Quando la situazione è particolarmente acuta, poi, è possibile rivolgersi al proprio medico per la prescrizione di farmaci decontratturanti e miorilassanti che potranno aiutare i muscoli a ritrovare il benessere perduto.

Se neppure adottando questi rimedi i crampi tendono a migliorare in frequenza e intensità, sarà opportuno rivolgersi al proprio medico. Il medico infatti potrà indagare, attraverso alcuni esami diagnostici, per scongiurare la presenza di patologie ad essi correlate.

 

Crampi notturni: come prevenirli?

Esercizi di trazione ed estensione del muscolo, insieme ad altri accorgimenti, possono rappresentare un buon rimedio per far fronte nell’immediato ad un crampo notturno.

Altrettanto importanti, però, sono tutti quei comportamenti che permettono di ridurre il rischio di crampi notturni, svolgendo appunto un’attività di prevenzione.

In generale, è consigliabile attuare uno stile di vita sano.

È bene idratare il proprio corpo bevendo almeno due litri di acqua al giorno. La disidratazione è nemica del benessere, anche di quello dei muscoli.

Gli integratori rappresentano un valido aiuto per approvvigionare le riserve di sali minerali, magnesio e potassio del nostro organismo. Sono molto richiesti, specialmente durante la stagione estiva quando il gran caldo aumenta il processo di disidratazione che, come abbiamo visto, causa crampi muscolari e affaticamento.

Anche curare la propria alimentazione è importante. Dunque, sarà bene inserire nella propria dieta quotidiana tanta frutta e verdura, alimenti ricchi di acqua e di sostanze nutritive benefiche, come potassio e magnesio. Cibi che non dovrebbero mai mancare nell’alimentazione per prevenire i crampi notturni sono:

  • avocado;
  • banane;
  • fichi;
  • noci;
  • mandorle;
  • ceci;
  • fagioli;
  • lenticchie.

Quando si va a letto può essere utile poi addormentarsi con le gambe leggermente rialzate rispetto al resto del corpo. Questa posizione facilita la circolazione e aiuta a scongiurare il rischio di crampi notturni, migliorando di conseguenza la qualità del riposo.

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Articolo del 11-07-2023

Emiliana Meleo

La dr.ssa Emiliana Meleo è specialista in Malattie dell’Apparato Respiratorio, Dottore di Ricerca in Neuroscienze. Il campo di interesse, da anni, è la gestione delle problematiche respiratorie acute e croniche nei pazienti con patologia neuromuscolare; dalle tecniche di riabilitazione alla ventilazione meccanica invasiva e non invasiva. Esperienze: – Dal 2009 al 2010 collaborazione a tempo determinato, presso l’Istituto di Neurologia dell’Università “La Sapienza” per l’espletamento dell’attività di ricerca dal titolo ”Malattie Neurodegenerative invalidanti del giovane adulto e il loro impatto sulla qualità della vita” – Docente per corsi e master universitari e corsi di formazione relativi alla gestione delle complicanze respiratorie, ventilazione meccanica invasiva e non invasiva, nei pazienti neuromuscolari – Autore di pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali, frutto di collaborazioni con istituti di ricerca nazionali ed internazionali