Dott.ssa Ginevra Del Giudice
Articolo del 11-09-2025
Indice
La qualità del sonno risente in modo rilevante dell’otalgia e della congestione associate alle forme infiammatorie e infettive dell’orecchio.
Un sonno accettabile, durante un episodio di otite, dipende dall’identificazione della sede coinvolta (esterna o media), dall’impiego appropriato dell’analgesia e dall’adozione di accorgimenti posizionali e ambientali che attenuino i picchi dolorosi notturni.
Cos’è l’otite
Il termine otite definisce un processo infiammatorio o infettivo dell’orecchio che, in ambito clinico, interessa prevalentemente due sedi:
- l’otite esterna: coinvolge il condotto uditivo ed è frequentemente associata a umidità residua e microtraumi cutanei e viene colloquialmente indicata come otite del nuotatore;
- l’otite media interessa, invece, le cavità aeree dietro la membrana timpanica, è particolarmente comune in età pediatrica e spesso segue infezioni delle alte vie respiratorie.
Questa distinzione è cruciale per iter terapeutico e prognosi, pur condividendo entrambe le condizioni una significativa interferenza con il riposo notturno. (Mayo ClinicNHS inform)
La comprensione dei meccanismi causali consente di spiegare il dolore e il peggioramento serale. Nell’otite media acuta la patogenesi riconosce un ruolo a virus e batteri, con disfunzione della tuba di Eustachio che favorisce ristagno di secrezioni e aumento pressorio nel cavo timpanico.
La maggior parte degli episodi presenta decorso autolimitante nell’arco di pochi giorni, con complicanze rare, elemento che orienta anche le scelte sull’impiego degli antibiotici. (nice.org.uk+1)
Nell’otite esterna risultano determinanti l’umidità persistente e i microtraumi della cute del condotto (per esempio per uso di cotton fioc, auricolari o tappi), che consentono la colonizzazione batterica della parete; il dolore è spesso vivo e accentuato al contatto con il cuscino.
Le linee guida otorinolaringoiatriche indicano come cardine terapeutico i preparati topici (antibiotici ± corticosteroidi) associati a toilette del condotto e adeguata analgesia, riservando gli antibiotici sistemici a condizioni selezionate. (AAO HNSF JournalsAccademia Americana di Otorinolaringoiatria)
Un’osservazione fisiopatologica spiega il peggioramento notturno. In posizione supina e senza elevazione del capo si favoriscono congestione e stasi, con aumento della sensazione di “orecchio pieno” e dell’otalgia; l’assetto posizionale interferisce con ventilazione e drenaggio tubarico, come descritto nella letteratura sulla funzione della tuba di Eustachio e nei testi di riferimento. (PMCMSD Manuals)
I sintomi dell’otite
Il quadro clinico varia con la sede, ma alcuni elementi sono ricorrenti.
Nell’otite media prevalgono:
- otalgia;
- febbre;
- transitoria riduzione dell’udito.
Nei bambini possono comparire:
- irritabilità;
- disturbi del sonno.
Nell’otite esterna sono tipici:
- dolore marcato alla trazione del padiglione;
- prurito;
- secrezione;
- l’appoggio dell’orecchio al cuscino risulta spesso intollerabile.
In molte situazioni non complicate i sintomi tendono a migliorare entro 3/7 giorni, circostanza che orienta strategie di “vigile attesa” quando clinicamente appropriate. (nhs.ukMayo Clinic)
Rimedi per l’otite
La gestione efficace combina terapia causale e misure finalizzate a ridurre il dolore nelle ore serali. L’obiettivo è duplice: controllare l’infiammazione per accelerare la risoluzione e, in parallelo, creare condizioni di riposo favorevoli durante la fase sintomatica.
Un’analgesia programmata con paracetamolo o ibuprofene, alla posologia adeguata per età e peso, rappresenta la priorità in tutte le forme sintomatiche; il controllo del dolore, in particolare nelle prime 24/48 ore, è il presupposto per preservare la continuità del sonno. (nice.org.uk)
Per l’otite media acuta non complicata, le linee guida indicano che la maggior parte dei casi in età pediatrica può essere gestita senza nessuna prescrizione immediata di antibiotico o con una prescrizione differita, informando i caregiver sui criteri di reintervento.
La terapia antibiotica immediata è riservata a selezionati sottogruppi (quadro severo, otorrea, bilaterale sotto i 2 anni, comorbilità rilevanti). Quando indicata, amoxicillina è la prima scelta; è raccomandata rivalutazione clinica se l’andamento non è favorevole entro 48–72 ore.
Le raccomandazioni NICE e AAP, insieme alle linee guida italiane SIP 2019, allineano questi principi. (nice.org.ukPediatricspediatria.it)
Per l’otite esterna la terapia d’elezione è topica (gocce antibiotiche ± corticosteroidi), dopo adeguata toilette del condotto; gli antibiotici sistemici non sono raccomandati di routine in assenza di estensione extra-canale o fattori di rischio. L’analgesia resta imprescindibile e le preparazioni non ototossiche vanno preferite in caso di sospetta perforazione timpanica. (AAO HNSF JournalsPubMed)
L’impiego di decongestionanti e antistaminici non ha dimostrato beneficio clinico sull’evoluzione dell’otite media e non è consigliato in modo routinario nella gestione dell’otalgia; la loro prescrizione, quando presente, deve essere giustificata da comorbilità specifiche (per esempio rinite allergica). (nice.org.uk)
Come dormire con l’otite: posizione, ambiente, tempistica dell’analgesia
Le misure non farmacologiche mirano a ridurre la pressione dolorosa e a limitare gli stimoli meccanici sul condotto.
In ambito posizionale, risulta utile mantenere l’orecchio interessato rivolto verso l’alto e elevare moderatamente il capo con un ulteriore cuscino; tale configurazione favorisce il drenaggio e riduce la stasi, con beneficio percepibile sulla soglia dolorosa durante il decubito notturno.
Le indicazioni di sanità pubblica sulle strategie domiciliari per l’otalgia includono, tra le misure di supporto, l’elevazione del capo nelle ore di riposo. (Healthdirect)
Un calore tiepido applicato esternamente, con interposizione di un panno e per tempi limitati, può offrire sollievo transitorio dal dolore; non va applicato calore diretto o prolungato e non devono essere introdotte sostanze o oggetti nel condotto uditivo.
La tempistica dell’analgesia andrebbe coordinata con l’orario del riposo notturno, in modo da coprire il picco serale dei sintomi.
La riduzione di rumore e luce, unitamente al mantenimento di orari regolari di addormentamento, contribuisce a ridurre ipervigilanza ed eccitazione fisiologica che amplificano la percezione del dolore. Queste misure di igiene del sonno affiancano, non sostituiscono, il trattamento causale. (Healthdirect)
Nell’otite esterna è opportuno evitare auricolari, tappi e cotton fioc fino a guarigione, per non perpetuare microtraumi e intrappolare umidità nel condotto; l’orecchio va mantenuto asciutto durante la fase acuta, secondo le raccomandazioni delle linee guida. (AAO HNSF Journals)
Quando rivolgersi al medico
La valutazione clinica è indicata nei casi non responsivi o complicati.
In ambito domiciliare andrebbero considerati segnali di allarme che richiedono un contatto medico tempestivo:
- febbre elevata persistente o peggioramento generale;
- comparsa di secrezione purulenta o sanguinolenta dal condotto;
- dolore severo non controllato dall’analgesia o marcata difficoltà uditiva;
- vertigini importanti, instabilità o segni neurologici;
- età inferiore ai 12 mesi con coinvolgimento bilaterale;
- sospetta perforazione o corpo estraneo nel condotto;
- immunodeficienza o comorbilità rilevanti; tutti i punti con punto e virgola e minuscola, come richiesto. Le indicazioni dei servizi sanitari (NHS) forniscono soglie operative simili per l’accesso e la rivalutazione. (nhs.uk)
Dunque, la possibilità di dormire con l’otite dipende dall’integrazione tra analgesia adeguata, corretta selezione degli antibiotici laddove indicati e misure comportamentali e posizionali calibrate sulla fisiopatologia dell’orecchio.
Nelle otiti medie non complicate, la strategia di attesa vigile associata a trattamento del dolore è spesso sufficiente; nelle otiti esterne, la terapia topica e la protezione del condotto dall’umidità rappresentano il perno dell’intervento.
L’elevazione del capo durante il riposo, l’evitamento di pressioni sull’orecchio interessato e la sincronizzazione dell’analgesia con il periodo notturno completano un approccio che, pur semplice, risulta determinante per contenere frammentazione e deprivazione di sonno.
In presenza di segnali di allarme o inefficacia delle misure adottate, la rivalutazione clinica deve essere rapida e guidata da criteri di gravità condivisi. (nice.org.ukAAO HNSF JournalsHealthdirect)
Articolo del 11-09-2025