Dott.ssa Ilaria Laccu

Articolo del 30-07-2025

La Terapia Cognitivo Comportamentale per l’insonnia (CBT-I) rappresenta nella contemporaneità il trattamento di prima scelta per i disturbi cronici del sonno, come confermato dalle linee guida dell’American Academy of Sleep Medicine (AASM) e da numerosi studi clinici

A differenza dei farmaci ipnotici, che agiscono sul sintomo, la CBT interviene sulle cause psicologiche e comportamentali alla base dell’insonnia, garantendo benefici più duraturi.

 

Cos’è la Terapia Cognitivo Comportamentale per i disturbi del sonno

La CBT per l’insonnia (CBT-I) è un trattamento psicologico strutturato, basato su protocolli validati scientificamente, che mira a modificare i pensieri e i comportamenti disfunzionali legati al sonno.

Deriva dai principi della terapia cognitivo comportamentale classica, ma è specificamente adattata per affrontare l’insonnia cronica e altri disturbi correlati, come:

  • difficoltà di addormentamento persistente;
  • risvegli notturni frequenti;
  • ritmo sonno-veglia alterato, come nella sindrome da fase ritardata del sonno.

Diversi studi hanno dimostrato che la CBT-I è più efficace dei farmaci nel lungo termine e che i miglioramenti possono persistere per mesi o anni dopo la conclusione del trattamento.

 

Perché la CBT è efficace nei disturbi del sonno

La sua efficacia si basa sulla capacità di interrompere i circoli viziosi cognitivi e comportamentali che mantengono l’insonnia.

Chi soffre di disturbi del sonno tende spesso a:

  • catastrofizzare le conseguenze della mancanza di riposo, ad esempio pensando “se non dormo, domani sarà un disastro”;
  • controllare in modo eccessivo il sonno, aumentando l’ansia da prestazione notturna;
  • adottare comportamenti compensatori, come sonnellini prolungati o permanenza eccessiva a letto, che peggiorano l’equilibrio circadiano.

La CBT agisce su questi meccanismi, riducendo l’iperattivazione fisiologica (arousal) e riequilibrando i ritmi sonno-veglia.

 

CBT vs terapia farmacologica

  • farmaci ipnotici: efficaci nel breve termine, ma associati a tolleranza, dipendenza e effetti collaterali;
  • CBT-I: risultati più graduali ma duraturi, senza rischi farmacologici.

Le linee guida dell’European Sleep Research Society (ESRS) raccomandano la CBT-I come prima linea di trattamento per l’insonnia cronica.

 

Come funziona la CBT per i disturbi del sonno

La CBT-I prevede un protocollo standardizzato della durata di 4-8 settimane, con incontri settimanali di circa 45-60 minuti, condotti da psicologi specializzati nel sonno.

Le principali componenti sono:

Tecniche cognitive

  • ristrutturazione cognitiva, per individuare e modificare le credenze errate sul sonno;
  • gestione dell’ansia anticipatoria, con tecniche che riducono la preoccupazione e l’ipercontrollo legato all’addormentamento;
  • ridimensionamento dell’impatto della perdita di sonno, sostituendo pensieri catastrofici con valutazioni più realistiche.

Tecniche comportamentali

  • restrizione del sonno, che limita il tempo a letto all’effettivo tempo di sonno per aumentare la pressione omeostatica e migliorare la continuità del riposo;
  • controllo dello stimolo, per associare il letto esclusivamente al sonno e all’attività sessuale, evitando di restarvi svegli a lungo;
  • igiene del sonno, con regolarizzazione degli orari, riduzione di caffeina e alcol e ottimizzazione dell’ambiente notturno.

Tecniche di rilassamento

  • rilassamento muscolare progressivo e respirazione diaframmatica, per ridurre la tensione fisica;
  • mindfulness e training attentivo, per migliorare la capacità di lasciare andare i pensieri intrusivi.

 

Chi può beneficiare della CBT per i disturbi del sonno

La CBT-I è indicata per:

  • insonnia cronica primaria o comorbida, anche in presenza di ansia o depressione;
  • disturbi circadiani, come jet lag cronico o turni lavorativi irregolari;
  • pazienti che desiderano sospendere gradualmente i farmaci ipnotici.

In presenza di condizioni mediche complesse, come apnea ostruttiva o disturbi neurologici, la CBT va integrata in un approccio multidisciplinare.

 

Vantaggi e limiti della CBT per i disturbi del sonno

La terapia comportamentale può offrire un ampio ventaglio di vantaggi. Tuttavia non è da considerarsi miracolosa, infatti vi sono anche dei limiti.

Vediamo i vantaggi:

  • benefici duraturi anche dopo la fine della terapia;
  • assenza di effetti collaterali farmacologici;
  • miglioramento dell’umore e della qualità di vita generale.

Mentre i limiti sono:

  • necessità di motivazione e partecipazione attiva da parte del paziente;
  • miglioramenti progressivi, che possono richiedere alcune settimane;
  • disponibilità ancora limitata in alcuni territori, sebbene i programmi online validati scientificamente siano in aumento;
  • beneficio parziale a causa di un disturbo dell’umore sottostante che necessita comunque di una terapia farmacologica.

 

Cosa aspettarsi e come iniziare un percorso di CBT-I

Prima di iniziare, è necessaria una valutazione specialistica da parte di un medico del sonno o di uno psicologo esperto in disturbi del sonno.

Un percorso tipico comprende:

  • compilazione di un diario del sonno per una o due settimane, per analizzare abitudini e schemi disfunzionali;
  • actigrafia: esame strumentale non invasivo che monitora il ritmo circadiano per 7-14 giorni, sulla base delle indicazioni cliniche;
  • sedute personalizzate basate sui protocolli CBT-I standardizzati;
  • monitoraggio dei progressi con eventuali aggiustamenti delle tecniche.

Secondo uno studio pubblicato su Sleep Medicine Reviews (Van Straten et al., 2018), l’80% dei pazienti con insonnia cronica ottiene un miglioramento clinicamente significativo dopo un ciclo completo di CBT-I.

Si mostra evidente, dalle argomentazioni attraversate, che la Terapia cognitivo comportamentale per l’insonnia incarni, oggi, l’opzione terapeutica più efficace e sicura in funzione dei disturbi cronici del sonno. 

Sapendo agire sulle cause psicologiche e comportamentali, è in grado di offrire benefici stabili nel tempo, così riducendo anche la dipendenza dai farmaci. 

Consultare uno specialista del sonno è il primo passo da compiere per intraprendere un percorso personalizzato e migliorare in modo duraturo e concreto la qualità del riposo, e dunque, della vita.

 

Articolo del 30-07-2025

Dott.ssa Ilaria Laccu

Medico Chirurgo specialista in Neurofisiopatologia del sonno. Possiede la certificazione Italiana AIMS di "Medico Esperto in Medicina del Sonno" ed Europea ESRS come "Somnologist" ad indirizzo Respiratorio e Neurologico. Dottorato in Neuroscienze applicato alla ricerca sulla Medicina del Sonno. Responsabile del Centro Neurologico di Cagliari, si occupa dell'inquadramento clinico dei disturbi del sonno e della diagnostica strumentale con polisonnografia notturna completa; personalizza poi la terapia mirata del problema riscontrato tramite una impostazione farmacologica, o comportamentale, o con ventilatore notturno. Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Cagliari. Specializzazione in Neurofisiopatologia presso l'Università degli Studi di Cagliari.