Dott.ssa Ilaria Laccu
Articolo del 10-07-2025
Indice
L’apnea ostruttiva del sonno colpisce già oggi circa un miliardo di persone nel mondo, ma recenti studi scientifici indicano una tendenza in forte crescita: l’innalzamento delle temperature globali, conseguenza diretta del cambiamento climatico, potrebbe aumentare sensibilmente la prevalenza delle apnee notturne entro la fine del secolo.
Apnee notturne: quali rischi comportano
L’apnea ostruttiva del sonno (in inglese Obstructive Sleep Apnea, OSA) è un disturbo respiratorio che si manifesta con ostruzioni parziali o totali delle vie aeree superiori durante il sonno.
Queste ostruzioni causano pause respiratorie che, pur durando solo pochi secondi (ma almeno 10 per essere ritenuta valida), si verificano centinaia di volte per notte, alterando profondamente la qualità del riposo.
Ciò che ne consegue è una significativa riduzione dell’ossigenazione sanguigna, che diventa intermittente, e una frammentazione del sonno, con effetti sistemici.
Nei pazienti affetti si possono determinare:
- stanchezza cronica;
- difficoltà di concentrazione;
- sonnolenza diurna;
- cefalee mattutine;
- irritabilità;
- disturbi dell’umore.
Ma è soprattutto nel lungo periodo che l’OSA si rivela pericolosa: essa è associata a un aumento del rischio di
- ipertensione arteriosa;
- ictus;
- infarto del miocardio;
- diabete di tipo 2;
- deterioramento cognitivo;
- incidenti stradali causati dall’abbassamento della vigilanza.
L’impatto delle temperature elevate sull’apnea ostruttiva del sonno: lo studio
Una ricerca internazionale guidata dal ricercatore Bastien Lechat dell’Università di Flinders ha evidenziato per la prima volta il collegamento diretto tra aumento delle temperature ambientali e peggioramento delle apnee notturne.
Lo studio ha analizzato oltre 58 milioni di notti di sonno, raccolte in 29 Paesi tramite sensori installati sotto il materasso, incrociando i dati con le temperature giornaliere registrate localmente.
I risultati parlano chiaro: le temperature più alte sono associate a un incremento fino al 45% della probabilità di soffrire di apnea notturna.
Il 2023, anno record per il caldo globale, ha causato – secondo le stime – una perdita di oltre 800.000 anni di vita sana (espresso in DALY) e danni economici pari a 98 miliardi di dollari, tra costi sanitari e produttività lavorativa compromessa.
Meccanismi fisiologici: come il caldo influisce sul sonno
Le temperature elevate disturbano l’omeostasi termica durante il sonno, inibendo le fasi più profonde e rigenerative come il sonno REM.
Inoltre, possono accentuare la congestione delle vie aeree superiori e alterare la postura notturna, peggiorando così la frequenza e la gravità delle apnee.
A risentirne non sono solo i soggetti già affetti da OSA, ma anche individui senza precedenti clinici, che diventano vulnerabili in ambienti climatici sfavorevoli.
Disuguaglianze ambientali e vulnerabilità sociale
Un aspetto rilevante emerso dallo studio riguarda le differenze regionali nella distribuzione dell’impatto climatico sull’apnea ostruttiva del sonno. In Europa, per esempio, l’incremento dei disturbi del sonno legati al caldo è più marcato, probabilmente per il minor ricorso all’aria condizionata rispetto ad altri continenti.
Inoltre, le popolazioni economicamente svantaggiate sono esposte in misura maggiore agli effetti del caldo, a causa di abitazioni mal isolate, mancanza di sistemi di ventilazione adeguati e impossibilità di accesso a cure specialistiche.
È importante sottolineare che il campione coinvolto nella ricerca comprendeva in prevalenza soggetti con buone condizioni abitative e accesso a tecnologie avanzate per il monitoraggio del sonno. Questo suggerisce che i dati reali, nelle fasce più vulnerabili della popolazione, potrebbero essere ancora più gravi e sottostimati.
Le proiezioni future: rischio raddoppiato entro il 2100
Se le politiche ambientali attuali non verranno modificate in modo sostanziale, le previsioni climatiche indicano un aumento della temperatura globale fino a 3,4°C entro la fine del secolo.
Questo scenario porterebbe a un raddoppio del già elevato carico sanitario legato all’apnea ostruttiva del sonno, aggravando ulteriormente le pressioni sui sistemi sanitari nazionali e internazionali.
L’evoluzione dell’OSA nel contesto climatico richiede pertanto un approccio integrato, che combini misure di adattamento urbano e residenziale, politiche sanitarie inclusive e strategie globali di mitigazione delle emissioni.
Soluzioni tecnologiche e prevenzione delle apnee notturne
Alle soluzioni strutturali è possibile affiancare la tecnologia: questa, infatti, offre strumenti sempre più efficaci per diagnosticare e gestire l’apnea ostruttiva del sonno. I dispositivi CPAP (Continuous Positive Airway Pressure), le app per il monitoraggio del sonno, i sensori intelligenti e i dispositivi indossabili rappresentano risorse preziose, specialmente in contesti ad alta incidenza.
Dal punto di vista della prevenzione individuale, mantenere un peso corporeo sano, evitare l’assunzione di alcolici prima di dormire, e dormire in posizione laterale può ridurre significativamente la gravità dell’apnea.
Inoltre, in un clima sempre più caldo, l’adozione di soluzioni di raffrescamento domestico efficienti ed ecologiche diventa essenziale per garantire un sonno sicuro e ristoratore.
Apnea ostruttiva del sonno e clima: un’emergenza da affrontare ora?
L’apnea ostruttiva del sonno incarna uno dei disturbi del sonno più diffusi e sottodiagnosticati, e secondo i dati esposti rischia di aggravarsi in modo drammatico a causa del cambiamento climatico.
Il legame tra temperature elevate e apnee notturne, dimostrato su scala globale, risulta evidente e impone una riflessione sulle politiche ambientali e sanitarie da considerarsi urgente.
Solo attraverso un’azione coordinata, e sinergica, che coinvolga ricerca scientifica, sensibilizzazione pubblica, tecnologie innovative e giustizia climatica, sarà possibile contenere i danni futuri e tutelare il diritto universale a un sonno sano.
Articolo del 10-07-2025