Francesca Marta Casoni

Articolo del 16-12-2021

La sindrome del turnista (o in inglese shift work sleep disorder – SWSD) è un disturbo del sonno che interessa le persone che lavorano su turni, cioè che lavorano a rotazione sia durante il giorno che durante la notte con frequenti cambi di orario.

Questi continui cambiamenti di orari alterano il ritmo sonno-veglia e possono alla lunga causare privazione cronica di sonno, insonnia o eccessiva sonnolenza diurna.

La sindrome del turnista è classificato all’interno della Classificazione Internazionale dei Disturbi del sonno (ICSD 3rd edition, 2014) tra i disturbi del ritmo circadiano del sonno. Questa classe di condizioni mediche è caratterizzata da un disallineamento tra il corpo e i ritmi circadiani che regolano il ciclo sonno-veglia.

Altri disturbi del ritmo circadiano del sonno includono:

 

Chi soffre di questo disturbo?

La sindrome del turnista è più frequente nei soggetti che lavorano ad orari particolari, soprattutto durante la notte tra le 22 e le 6.

Tra i lavoratori più colpiti ci sono il personale medico e paramedico, il personale delle forze dell’ordine, ma anche gli addetti alla manutenzione del settore terziario, il personale della ristorazione e dei servizi alberghieri.

Il problema quindi interessa una notevole percentuale di lavoratori ed è spesso sottostimato.

 

professioni soggette a sindrome del turnista

 

Cause della sindrome del turnista

Nel nostro organismo moltissime attività biologiche funzionano seguendo il cosiddetto “ritmo circadiano”, che è una sorta di orologio biologico dal periodo di circa 24 ore, regolato soprattutto dall’alternanza luce-buio dell’ambiente esterno.

Durante il giorno la retina percepisce la luce esterna e invia al cervello un segnale per produrre e rilasciare alcuni ormoni, come il cortisolo, che ci mantengono svegli, attivi ed energici.

Quando il sole tramonta e la luce svanisce, il cervello produce un altro ormone, la melatonina, che induce sensazioni di sonnolenza e rilassamento.

Lavorare durante la notte (o non avere un regolare ritmo circadiano a causa dei turni lavorativi) determina ovviamente un’alterazione di tutti i ritmi del nostro organismo e si può ripercuotere su numerose funzionalità del nostro organismo.

 

Sintomi e conseguenze sulla salute e la qualità della vita

Le principali conseguenze della sindrome del turnista sono:

      • Disturbi del sonno
         I turnisti tendono a soffrire spesso di insonnia, sia caratterizzata da difficoltà ad addormentarsi, specie al termine del turno lavorativo, sia da difficoltà a mantenere un sonno stabile. Sono infatti tipici frequenti risvegli con una riduzione della qualità del sonno.
        Inoltre i turnisti tendono ad avere una privazione cronica di sonno per una riduzione delle ore di sonno, specie quando si tratta del sonno diurno al termine del turno di lavoro di notte.
        La conseguenza è una eccessiva sonnolenza diurna da deprivazione di sonno che può essere causa di incidenti sul lavoro.

     

      • Disturbi dell’apparato gastrointestinale
        In particolare, i turnisti lamentano gastrite o reflusso gastroesofageo.
        Inoltre, vengono alterati i loro centri nervosi della fame con conseguente assunzione di cibo spesso poco salutare ed elevate dosi di caffè nelle ore in cui normalmente stomaco ed intestino dovrebbero essere a riposo.
        Più frequentemente questo comportamento determina sovrappeso o, più raramente, perdita di peso per conseguente astenia durante le ore diurne.

     

      • Patologie del sistema cardiovascolare
        I soggetti che lavorano a turni, proprio in conseguenza di una alterata produzione di numerosi ormoni tra cui il cortisolo, sono maggiormente soggetti a ipertensione arteriosa e patologie cardiache.

     

      • Patologie del sistema nervoso centrale e patologie psichiatriche
        Spesso i lavoratori a turno lamentano maggiore frequenza di cefalea, disturbi della memoria e della concentrazione. L’alterata secrezione di numerosi ormonali e neurotrasmettitori come la serotonina può causare nel lungo termine disturbi psichici come ansia, stress e nervosismo, fino anche a veri e propri attacchi di panico o depressione.
        E’ inoltre da tenere in considerazione che, a causa degli orari di lavoro, può risultare più complicato mantenere una normale vita sociale e spesso il tempo dedicato allo svago e al tempo libero viene nettamente ridotto.
        Anche i normali rapporti sociali e affettivi vengono alterati dagli orari di lavoro e questo può influire negativamente sull’umore.

     

      • Alterazioni ormonali: nelle donne i ritmi di lavoro a turni e l’alterazione del normale ritmo sonno-veglia è stato associato a cicli ovulatori e mestruali irregolari, con possibile riduzione della fertilità e un maggior rischio di abortività.

      E’ da tenere in conto inoltre che tra le conseguenze della sindrome del turnista vi sono un maggior rischio di infortuni sul lavoro o di errori relativi al lavoro oltre che ad un aumento delle assenze per malattia.

       

      Sindrome del turnista: possibili rimedi

      Il sonno rappresenta una priorità per i pazienti che lavorano a turni.

      Per questo seguire alcuni consigli può aiutare a mantenere un riposo regolare e ridurre i sintomi della sindrome del turnista:

      1. Mantenere, se possibile, una certa regolarità negli orari del sonno notturno e diurno.
        E’ importante ridurre l’esposizione alla luce dopo il turno di notte per evitare l’attivazione dell’orologio biologico all’interno del cervello.
        Al rientro casa è utile seguire i rituali dell’ora di dormire e coricarsi appena rientrati a casa, cercando di puntare la sveglia sempre alla stessa ora.
        Anche nei giorni di riposo è importante mantenere un ciclo del sonno regolare.
      2. L’assunzione di melatonina prima di coricarsi, soprattutto quando si torna da un turno notturno, può facilitare l’addormentamento e il sonno.
      3. Quando si dorme di giorno bisogna cercare di mantenere la stanza il più possibile buia e silenziosa.
        Il sonno diurno spesso viene alterato dai rumori esterni e dalla luce ambientale, quindi è importante ricreare un ambiente il più simile a quello notturno per ottenere un sonno ristoratore.
      4. Quando possibile, un sonnellino pomeridiano di massimo 30-40 minuti può aiutare a recuperare le ore di sonno perse a causa degli alterati ritmi lavorativi.
      5. Mantenere gli orari dei pasti il più possibile regolari durante i turni diurni ed il riposo.
        Durante i turni notturni invece è utile fare piccoli pasti prevalentemente proteici senza abbondare in grassi e zuccheri.
      6. Nei giorni di riposo e nei turni diurni mantenersi attivi praticando attività fisica regolare anche per controllare il peso e lo stress.
        Inoltre sarebbe opportuno sfruttare al massimo la luce esterna per riequilibrare la secrezione di melatonina.
      7. Evitare di abusare di caffè e bevande stimolanti, soprattutto nei turni notturni.

       

      Articolo scritto dalla Dott.ssa Francesca Casoni

       

       

Articolo del 16-12-2021

Francesca Marta Casoni

La Dott.ssa Francesca Casoni si è formata presso l’Istituto Neurologico Nazionale C. Mondino di Pavia, dove ha lavorato durante i primi anni della sua carriera e dove ha svolto il Dottorato di Ricerca in Neuroscienze. Dal 2017 lavora presso il Centro di Medicina del Sonno dell’Ospedale San Raffaele dove si occupa del trattamento dei principali disturbi del sonno, come l’insonnia, la sindrome delle apnee morfeiche e la sindrome delle gambe senza riposo, ma anche di disturbi meno frequenti come le parasonnie, i disturbi comportamentali durante il sonno REM e molte altre.