Dott.ssa Ilaria Laccu
Articolo del 23-06-2025
Indice
Il lavoro su turni rappresenta una modalità lavorativa che si diversifica dalla consueta organizzazione strutturata in giornata, e si svolge su turnazioni che si alternano tra diurno e notturno.
Rappresenta una realtà ormai molto diffusa. E, in modo particolare, si estende al settore produttivo, sanitario, industriale e logistico.
Sebbene questa modalità organizzativa risponda a esigenze di flessibilità economica e produttiva, comporta rilevanti implicazioni per la salute psicofisica dei lavoratori.
La turnazione, infatti, agisce in modo diretto sul ritmo sonno-veglia, producendo conseguenze sulla qualità del sonno.
Ma vediamo in che modo il lavoro su turni influisce sul ritmo sonno veglia e in quali termini interferisce con la salute complessiva del lavoratore.
Lavoro su turni: l’importanza del ritmo circadiano
L’essere umano è regolato da un orologio interno che determina l’organizzazione del ciclo vitale quotidiano: il ritmo circadiano.
Si tratta di un ciclo endogeno di circa ventiquattro ore che regola le funzioni biologiche essenziali.
Vediamo quali:
- la secrezione ormonale;
- la temperatura corporea;
- la vigilanza;
- il ciclo sonno-veglia.
Ma come funziona tecnicamente? Il punto centrale di questo sistema è situato nel nucleo soprachiasmatico (SCN) dell’ipotalamo; questo riceve input dalla retina che riceve luce solare e sincronizza le oscillazioni circadiane interne con i segnali ambientali.
Questo evidenzia come la luce e il buio, che caratterizzano il susseguirsi delle giornate, non si limitano a un’utilità pratica, ma si mostrano come un orologio naturale necessario al corretto funzionamento dell’organismo degli esseri viventi.
Dunque, il ritmo circadiano è un sistema biologico fondamentale che regola i processi fisiologici in relazione ai cicli luce-buio.
Quando i ritmi lavorativi non coincidono con i segnali esterni naturali, come nel caso del lavoro su turni, si verifica una desincronizzazione tra ciclo ambientale e orologio biologico interno.
Le conseguenze sfociano in una compromissione delle funzionalità sopra elencate, così determinando il benessere psicofisico del lavoratore su turni.
Lavoro su turni: perché interferisce sul ritmo sonno veglia
Prima di approfondire i motivi per cui la turnazione interferisce con il ritmo sonno-veglia occorre chiarire le modalità in cui si struttura.
Il lavoro su turni è caratterizzato da due principali modalità, è si struttura in cicli lavorativi distribuiti su ventiquattro ore.
Osserviamo la differenza tra le due:
- turni continui: l’attività si svolge tutti i giorni con quattro squadre a rotazione (modello 4×8);
- turni semicontinui: il ciclo si interrompe nel fine settimana, coinvolgendo tre squadre (3×8). I turni, generalmente di 8 ore, iniziano in orari variabili (mattino, pomeriggio, notte).
In modo particolare, la modalità che prevede i turni semicontinui, è protagonista nel complicare ulteriormente l’adattamento fisiologico, e accentuare quella che viene chiamata “sindrome del turnista”.
Questa espressione lascia aperta la porta all’ipotesi che tali modalità di lavoro abbiano implicazioni nella salute, e le evidenze scientifiche, assieme alla consapevolezza medica la confermano.
Ma in che modo il lavoro su turni influisce sui ritmi sonno-veglia e salute?
Vediamo quali sono le principali alterazione indotte:
-
- disgregazione del normale ritmo circadiano: l’esposizione alla luce artificiale durante le ore notturne interferisce con la secrezione della melatonina, un ormone prodotto dalla ghiandola pineale nelle ore di buio, sostanziale per l’induzione e il mantenimento del sonno;
- inibizione della produzione di melatonina: porta a una riduzione della propensione fisiologica al sonno, rendendo difficile l’addormentamento e favorendo risvegli frequenti;
- di “jet lag sociale” cronico: i cambiamenti frequenti di turno impediscono all’organismo di adattarsi stabilmente a un nuovo ritmo circadiano. Questo stato è caratterizzato da una dissonanza continua tra l’orologio biologico e l’orario lavorativo, che si traduce in uno squilibrio della regolazione endocrina, metabolica e immunitaria.
Lavoro su turni: come influenza il sonno e il riposo
Le alterazioni continue del ritmo circadiano si riflettono in modo diretto sulla qualità del sonno.
I lavoratori turnisti, in particolare coloro che svolgono turni notturni o a rotazione rapida, sono contraddistinti da una difficoltà nella regolazione dei ritmi fisiologici.
Questo comporta:
- una riduzione della durata del sonno;
- un aumento della latenza d’addormentamento;
- un incremento della frammentazione del sonno..
Tali disturbi possono evolvere in una condizione clinica definita “disturbo del sonno associato al lavoro su turni” (Shift Work Sleep Disorder, SWSD), riconosciuta dal DSM-5 e caratterizzata da insonnia persistente e sonnolenza eccessiva durante il periodo di veglia.
Lavoro su turni: le conseguenze sulla salute
La turnazione implica, per la vita del lavoratore, non solo la compromissione del ritmo circadiano, ma anche l’alterazione dei patterns abituali, come l’assunzione dei pasti e l’alternarsi dei momenti di attività e riposo.
Questo squilibrio non si mostra solo a livello di organizzazione, ma rappresenta un vero e proprio squilibrio del funzionamento dell’organismo.
Nel lungo termine, la privazione cronica di sonno e la sua scarsa qualità, addizionate al disequilibrio di assunzione dei pasti, sono associate a un aumento del rischio di diverse patologie sia in ambito fisico che mentale.
Vediamo quali sono nello specifico:
- patologie cardiovascolari;
- disfunzioni metaboliche, inclusa la sindrome metabolica;
- disturbi dell’umore che potrebbero sfociare in patologie psicologiche e psichiatriche;
- riduzione delle performance cognitive;
- alterazione del sistema endocrino.
Ma il benessere del lavoratore turnista può essere compromesso anche da motivi che esulano le patologie dirette. Infatti, studi epidemiologici hanno evidenziato un incremento della probabilità di incidenti sul lavoro, errori professionali nei soggetti sottoposti a turnazioni irregolari.
Lavoro su turni: come limitare i danni al benessere
Nonostante si tratti di un contesto complesso, esistono alcune strategie utili a mitigare le conseguenze dell’alterazione del ritmo sonno-veglia.
Vediamo quali sono:
- rispettare la direzionalità fisiologica: progettare, quando possibile, turni che rispettino la direzionalità fisiologica del ritmo circadiano (ad esempio, turni che ruotano in senso orario: mattina–pomeriggio–notte) risulta meno impattante rispetto a turni antiorari;
- corretta igiene del sonno: evitare l’esposizione a schermi luminosi nelle ore precedenti il momento del riposo e favorire ambienti bui e silenziosi per dormire e mantenere una routine regolare anche nei giorni liberi;
- uso controllato della luce artificiale (light therapy): può aiutare la sincronizzazione circadiana;
- integrazione di melatonina: la somministrazione cronobiologica di melatonina può favorire l’adattamento del corpo a creare un nuovo ritmo;
- Alimentazione corretta: contribuisce al mantenimento del benessere psicofisico, limitando gli effetti del lavoro su turni;
- Integrazione di magnesio: Sostiene il benessere psicologico e favorisce un corretto riposo.
Oltre agli accorgimenti elencati si rivela opportuno rivolgersi a un parere medico, poiché ogni individuo è biologicamente e psicologicamente diverso, pertanto richiede trattamenti specifici e personalizzati.
Articolo del 23-06-2025