Dott.ssa Ilaria Laccu

Articolo del 22-12-2025

L’apnea ostruttiva del sonno (OSA) rappresenta un problema del sono e di salute ricco di complessità. 

Infatti, sempre più evidenze scientifiche indicano che si tratta di una condizione cronica ad alto impatto sulla salute pubblica, associata a un aumento significativo del rischio di danni alla salute, tra cui: rischio cardiovascolare, metabolico, neurologico e a una riduzione dell’aspettativa e della qualità di vita.

A fare il punto sul problema è una review pubblicata nel 2025 sulla rivista Diagnostics, che analizza in modo sistematico il carico globale dell’apnea ostruttiva del sonno, mettendo in luce dimensioni, conseguenze e criticità ancora irrisolte nella diagnosi e nella gestione della patologia.

Quanto è grave, e qual è il reale impatto dell’apnea ostruttiva del sonno?

Vediamo cosa dicono i dati e la scienza.

 

Cos’è l’apnea ostruttiva del sonno (OSA)

L’OSA è caratterizzata da collassi ripetuti delle vie aeree superiori durante il sonno, che determinano una chiusura delle alte vie respiratorie, provocando interruzione completa al passaggio del flusso respiratorio o ipopnea (riduzione parziale del flusso respiratorio). Tali eventi portano a desaturazioni di ossigeno, micro-risvegli frequenti e frammentazione del sonno.

Dal punto di vista clinico, l’OSA si manifesta spesso con:

  • russamento abituale;
  • sonno non ristoratore;
  • sonnolenza diurna;
  • difficoltà di concentrazione;
  • cefalea mattutina.

Tuttavia, una quota rilevante di persone affette non presenta sintomi evidenti o non li riconosce come patologici.

 

La raccolta dei dati: cosa analizza la review 

Lo studio PMC12071658 è una revisione narrativa della letteratura scientifica internazionale, che integra dati epidemiologici, clinici e di sanità pubblica provenienti da più continenti.

 

Gli autori hanno esaminato:

  • studi di prevalenza basati su polisonnografia e test diagnostici domiciliari;
  • modelli epidemiologici globali;
  • dati su mortalità, comorbidità e costi socioeconomici;
  • differenze geografiche, demografiche e di accesso alle cure.

L’obiettivo non è presentare un singolo studio clinico, ma ricostruire il peso complessivo dell’OSA a livello mondiale e identificarne le implicazioni per i sistemi sanitari.

 

I numeri dell’OSA: una diffusione molto più ampia di quanto si pensi

Uno dei dati più rilevanti riguarda la prevalenza globale. Secondo le stime citate nella review, oltre 900 milioni di adulti tra i 30 e i 69 anni nel mondo potrebbero convivere con una forma di apnea ostruttiva del sonno, da lieve a severa.

La prevalenza aumenta in presenza di alcuni fattori di rischio:

  • sesso maschile;
  • età avanzata;
  • sovrappeso e obesità;
  • alterazioni cranio-facciali;
  • consumo di alcol e fumo.

Tuttavia, lo studio sottolinea che l’OSA non è esclusiva delle persone obese e può colpire anche soggetti giovani o normopeso.

 

Impatto sulla salute: non solo sonno disturbato 

La review evidenzia come l’OSA sia associata a una lunga lista di condizioni croniche:

  • ipertensione arteriosa resistente;
  • cardiopatia ischemica;
  • fibrillazione atriale;
  • diabete di tipo 2;
  • sindrome metabolica;
  • declino cognitivo e disturbi dell’umore.

Il meccanismo chiave è rappresentato dalla ipossia intermittente, che attiva stress ossidativo, infiammazione sistemica e disfunzione endoteliale. A questi si aggiungono l’attivazione del sistema nervoso simpatico e l’alterazione dei ritmi circadiani.

Nel lungo periodo, questi processi contribuiscono a danni cardiovascolari e cerebrovascolari progressivi, anche in soggetti apparentemente sani.

 

OSA e società: costi invisibili ma enormi 

Oltre alle conseguenze cliniche, lo studio pone l’accento sull’impatto socioeconomico dell’apnea ostruttiva del sonno.

L’OSA è associata a:

  • aumento degli incidenti stradali e lavorativi;
  • riduzione della produttività;
  • maggior utilizzo di risorse sanitarie;
  • aumento dei costi indiretti per i sistemi sanitari.

Secondo gli autori, una quota rilevante di questi costi sarebbe potenzialmente prevenibile attraverso una diagnosi più precoce e una migliore aderenza alle terapie.

 

Il grande problema: la sottodiagnosi

Uno dei messaggi centrali della review è che l’OSA resta ampiamente sottodiagnosticata, soprattutto nelle forme lievi e moderate.

Le cause principali includono:

  • scarsa consapevolezza nella popolazione generale;
  • accesso limitato alla polisonnografia;
  • differenze nei criteri diagnostici tra Paesi;
  • sottovalutazione dei sintomi, in particolare nelle donne.

Questo ritardo diagnostico fa sì che molte persone arrivino all’attenzione clinica solo dopo la comparsa di complicanze.

 

Implicazioni cliniche e di sanità pubblica

Gli autori sottolineano la necessità di un cambio di paradigma: l’OSA deve essere considerata una patologia cronica sistemica, non un semplice disturbo del sonno.

Le strategie suggerite includono:

  • programmi di screening mirati nelle popolazioni a rischio;
  • maggiore integrazione tra medicina del sonno, cardiologia e neurologia;
  • utilizzo appropriato di terapie efficaci come la CPAP;
  • interventi sullo stile di vita, in particolare sul peso corporeo.

Affrontare l’OSA in modo strutturato potrebbe avere un impatto rilevante sulla prevenzione di malattie croniche ad alta prevalenza.

 

FAQ – Domande frequenti sull’apnea ostruttiva del sonno 

L’apnea ostruttiva del sonno può regredire spontaneamente? 


In alcuni casi lievi, modifiche dello stile di vita come perdita di peso, riduzione dell’alcol e miglioramento dell’igiene del sonno possono ridurre la gravità dei sintomi, ma l’OSA tende a essere una condizione cronica che richiede monitoraggio.

Esistono alternative alla CPAP per il trattamento dell’OSA? 


Sì. In base alla gravità e alle caratteristiche anatomiche del paziente, possono essere utilizzati dispositivi orali di avanzamento mandibolare o, in casi selezionati, interventi chirurgici.

Perché l’OSA è spesso meno diagnosticata nelle donne? 


Nelle donne i sintomi possono essere meno tipici (stanchezza, insonnia, alterazioni dell’umore), portando a una minore probabilità di invio a valutazione specialistica rispetto agli uomini.

Articolo del 22-12-2025

Dott.ssa Ilaria Laccu

Medico Chirurgo specialista in Neurofisiopatologia del sonno. Possiede la certificazione Italiana AIMS di "Medico Esperto in Medicina del Sonno" ed Europea ESRS come "Somnologist" ad indirizzo Respiratorio e Neurologico. Dottorato in Neuroscienze applicato alla ricerca sulla Medicina del Sonno. Responsabile del Centro Neurologico di Cagliari, si occupa dell'inquadramento clinico dei disturbi del sonno e della diagnostica strumentale con polisonnografia notturna completa; personalizza poi la terapia mirata del problema riscontrato tramite una impostazione farmacologica, o comportamentale, o con ventilatore notturno. Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Cagliari. Specializzazione in Neurofisiopatologia presso l'Università degli Studi di Cagliari.