Dott.ssa Ginevra Del Giudice

Articolo del 18-12-2025

Il sonno è un processo biologico essenziale per cervello, cuore, metabolismo e sistema immunitario. Negli anni più recenti la ricerca ha iniziato a indagare il ruolo dei nutrienti – e in particolare degli acidi grassi omega-3 – come possibili alleati del sonno. 

Alcuni studi suggeriscono che un apporto adeguato di omega-3 possa migliorare la qualità del riposo, ma i risultati non sono ancora definitivi e vanno interpretati con cautela.

Qual è, quindi, il rapporto tra omega-3 e sonno? Vediamo i principali sintomi dei disturbi del sonno, e i possibili benefici degli omega-3, insieme ai dati emersi dallo studio più recente che ha analizzato questo legame.

 

Cosa sono gli omega-3 e perché potrebbero influire sul sonno

Gli omega-3 sono acidi grassi polinsaturi essenziali: l’organismo non è in grado di produrli da solo in quantità sufficienti e devono quindi essere introdotti con l’alimentazione.

Le forme più studiate sono:

  • EPA (acido eicosapentaenoico) e DHA (acido docosaesaenoico), presenti soprattutto nel pesce azzurro e negli oli di pesce;
  • ALA (acido alfa-linolenico), presente in alcune fonti vegetali (semi di lino, noci, oli vegetali).

Questi lipidi partecipano alla struttura delle membrane cellulari, modulano i processi infiammatori e intervengono nella funzionalità del sistema nervoso centrale. È proprio la loro azione sul cervello e sull’infiammazione sistemica ad aver attirato l’interesse dei ricercatori nell’ambito del sonno.

Tra i possibili meccanismi ipotizzati:

  • modulazione delle citochine infiammatorie, che possono influenzare architettura e continuità del sonno;
  • effetti sulle membrane neuronali e sulla trasmissione di neurotrasmettitori coinvolti nella regolazione del ritmo sonno–veglia;
  • possibile impatto sul tono dell’umore e sulla percezione dello stress, fattori spesso strettamente connessi ai disturbi del sonno.

 

Disturbi del sonno: sintomi da non trascurare

Il legame tra omega-3 e sonno va inserito nel quadro più ampio dei disturbi del sonno, che sono molto comuni nella popolazione adulta.

I sintomi più frequenti includono:

  • difficoltà ad addormentarsi;
  • risvegli notturni frequenti;
  • risveglio precoce;
  • sensazione di sonno non ristoratore;
  • eccessiva sonnolenza diurna;
  • difficoltà di concentrazione, irritabilità e calo delle prestazioni cognitive;
  • mal di testa mattutino o senso di “annebbiamento” al risveglio.

Questi segnali possono avere molte cause:

  • stress;
  • uso eccessivo di dispositivi elettronici prima di dormire;
  • apnea ostruttiva del sonno;
  • sindrome delle gambe senza riposo;
  • depressione o ansia;
  • assunzione di farmaci o sostanze stimolanti.

La dieta non è sufficiente da sola a risolvere il problema, ma può contribuire a migliorare – o peggiorare – la qualità del riposo.

Lo studio più recente: omega-3 e qualità del sonno

Uno dei lavori più aggiornati sul tema è una revisione sistematica e meta-analisi (PubMed) pubblicata nel 2024, che ha valutato l’effetto degli acidi grassi omega-3 a lunga catena (LC-PUFA, in particolare EPA e DHA) sul sonno in studi clinici randomizzati controllati. 

I ricercatori hanno analizzato otto studi che includevano supplementazioni di omega-3 in diverse popolazioni (adulti con disturbi del sonno, persone con patologie specifiche, soggetti sani).

I principali risultati sono stati:

  • miglioramento della “sleep efficiency”: la percentuale di tempo trascorso a letto effettivamente dormendo è risultata significativamente più alta nel gruppo trattato con omega-3 rispetto al controllo;
  • miglioramento soggettivo del sonno: in più studi i partecipanti hanno riferito una percezione di sonno più riposante e di migliore qualità;
  • assenza di effetti chiari su latenza e durata totale del sonno: il tempo necessario per addormentarsi e le ore totali di sonno non sono cambiati in modo significativo.

In altre parole, gli omega-3 sembrano non allungare il sonno né accelerare in modo consistente l’addormentamento, ma possono contribuire a renderlo più continuo e meno frammentato, almeno in alcuni gruppi di pazienti.

Questa meta-analisi (PubMed) sottolinea anche una forte eterogeneità tra gli studi, in termini di dosaggi, durata dell’intervento, caratteristiche delle persone coinvolte e modalità di valutazione del sonno. Per questo motivo, gli autori concludono che i risultati sono promettenti ma non ancora definitivi e raccomandano ulteriori studi ben disegnati. 

A supporto, un trial randomizzato del 2022 (MDPI) ha mostrato che una combinazione quotidiana di DHA ed EPA a basso dosaggio migliorava la qualità del sonno e la sleep efficiency in adulti di mezza età e anziani con sonno di scarsa qualità, misurata sia con questionari sia con test oggettivi. 

Infine, analisi (EatingWell) più recenti che includono anche altri acidi grassi polinsaturi suggeriscono un’associazione fra livelli più alti di PUFAs nel sangue e minore sonnolenza diurna e migliore qualità del sonno, rafforzando l’ipotesi che il profilo lipidico possa influire sulla salute del riposo.

 

Benefici potenziali degli omega-3 sul sonno (e non solo)

Se confermati da studi futuri, i possibili benefici degli omega-3 sul sonno potrebbero tradursi in:

  • sonno più continuo e meno interrotto;
  • riduzione della sensazione di sonno “leggero” e non ristoratore;
  • minor sonnolenza diurna e migliore vigilanza.

È importante sottolineare che gli omega-3 non vanno considerati una “pillola per dormire”, ma un elemento di uno stile di vita complessivo che può favorire un buon riposo: alimentazione equilibrata, regolarità degli orari, riduzione di alcol e caffeina serale, igiene del sonno.

Gli omega-3, inoltre, esercitano effetti documentati anche su:

  • salute cardiovascolare (riduzione dei trigliceridi, supporto alla funzione endoteliale);
  • sviluppo e funzione del sistema nervoso;
  • modulazione dell’infiammazione a livello sistemico.

Questo rende l’adeguato apporto di omega-3 una scelta favorevole per la salute globale, indipendentemente dal potenziale effetto sul sonno.

 

Come assumere omega-3 in sicurezza

Per la maggior parte delle persone, la via preferenziale per assumere omega-3 resta l’alimentazione:

  • pesce azzurro (sgombro; alici; sardine; aringhe; salmone);
  • alcuni frutti di mare;
  • semi di lino, chia e canapa;
  • noci;
  • oli vegetali specifici (olio di lino; olio di colza).

Gli integratori di omega-3 (olio di pesce, olio di krill o forme vegetali ad alto contenuto di DHA/EPA) possono essere considerati quando l’apporto alimentare è insufficiente o in presenza di indicazioni specifiche del medico.

Prima di iniziare un’integrazione è opportuno:

  • confrontarsi con il proprio medico, soprattutto se si assumono farmaci anticoagulanti o antiaggreganti (gli omega-3 possono aumentare leggermente il rischio di sanguinamento ad alti dosaggi);
  • verificare la qualità del prodotto (purezza, certificazioni, assenza di contaminanti);
  • attenersi ai dosaggi consigliati e alle indicazioni riportate nel foglietto illustrativo o indicate dallo specialista.

Ad oggi non esiste una dose “standard” di omega-3 specifica per migliorare il sonno: i trial hanno utilizzato quantità e durate differenti, e la ricerca è ancora in corso.

Dunque, gli omega-3 rappresentano un tassello interessante nella complessa relazione tra alimentazione e sonno. 

Le evidenze più recenti indicano un possibile miglioramento della qualità del riposo – in particolare dell’efficienza del sonno – in alcune popolazioni, ma sono necessari ulteriori studi per definire con precisione chi può trarne maggiore beneficio, a quali dosi e per quanto tempo. 

Nel frattempo, un’alimentazione equilibrata ricca di fonti naturali di omega-3 incarna una scelta favorevole per la salute generale, potenzialmente utile anche per sostenere una qualità del sonno da considerarsi ottimale.

 

Domande frequenti su omega-3 e sonno

È meglio assumere gli omega-3 la sera per dormire meglio?

Non esistono prove solide che indichino un orario preciso di assunzione degli omega-3 per migliorare il sonno. Negli studi clinici, gli integratori vengono spesso assunti una o più volte al giorno insieme ai pasti, senza un’indicazione univoca legata all’orario serale.

La cosa più importante è la regolarità nel tempo, più che l’ora esatta di assunzione. In caso di dubbi, è consigliabile seguire le indicazioni riportate sul prodotto o quelle del medico.

 

Gli omega-3 possono sostituire i farmaci per l’insonnia?

No. Anche se alcuni studi suggeriscono un possibile effetto positivo degli omega-3 sulla qualità del sonno, questi integratori non sostituiscono i farmaci prescritti per l’insonnia né le terapie specifiche per i disturbi del sonno

Se il sonno è gravemente compromesso o se esistono diagnosi come apnea ostruttiva del sonno, depressione, disturbi d’ansia o altre condizioni mediche, è fondamentale seguire il piano terapeutico definito con il medico o con lo specialista del sonno.

Gli omega-3, eventualmente, possono essere valutati come supporto complementare, sempre sotto supervisione sanitaria.

 

Omega-3 e sonno nei bambini: ci sono differenze rispetto agli adulti?

Nel bambino il sonno svolge un ruolo cruciale per crescita, sviluppo cognitivo e comportamento. Alcuni studi (ScienceDirect) suggeriscono che livelli più adeguati di DHA possano essere associati a un sonno più regolare e a meno risvegli notturni in bambini con difficoltà di addormentamento o disturbi del neurosviluppo; tuttavia, le evidenze sono ancora limitate e non uniformi.

L’integrazione di omega-3 nei bambini deve sempre essere valutata dal pediatra, che può considerare età, peso, dieta abituale, presenza di eventuali patologie e farmaci in uso. L’autoprescrizione non è raccomandata.

Articolo del 18-12-2025

Dott.ssa Ginevra Del Giudice

Medico chirurgo, specialista in Malattie dell'Apparato Respiratorio. Esperto in Disturbi Respiratori nel Sonno AIPO-ITS. Iscritta nel Registro Nazionale degli Esperti in DRS AIPO-ITS. Esperto in Disturbi del Sonno AIMS (Associazione Italiana Medicina del Sonno). Master Universitario di II livello in “Pneumologia interventistica” presso Università Politecnica delle Marche. Dottore di ricerca in “Medicina Interna e Immunologia Applicata” Membro ERS, AIPO e AIMS. Autore di diverse pubblicazioni scientifiche per riviste nazionali ed internazionali!