Dott.ssa Ilaria Laccu

Articolo del 16-05-2025

La tachicardia notturna è un fenomeno che può avere un impatto negativo sul sonno, trasformando il momento del riposo in una fonte di ansia e preoccupazione.

Saperne comprendere le cause, riconoscerne i sintomi collegati e le possibili soluzioni è fondamentale per gestire meglio il proprio benessere e affrontarla con maggiore serenità.

 

Tachicardia notturna: le cause

Innanzitutto, partiamo dalla definizione di “tachicardia notturna”: si tratta di un aumento della frequenza cardiaca oltre i valori considerati normali a riposo – ovvero sopra i 100 battiti al minuto.

Questa condizione è da considerarsi come un sintomo che può essere generato da cause temporanee, funzionali o patologiche.

Alcuni episodi, infatti, sono del tutto benigni, legati a stati di stress, ansia o consumo di sostanze eccitanti, mentre altri possono essere il campanello d’allarme di un’aritmia o di disturbi metabolici e ormonali.

Le cause della tachicardia notturna possono essere:

  • ansia e attacchi di panico notturni: il corpo può vivere uno stato di allerta e di agitazione costante anche nei momenti di rilassamento come, appunto, il sonno. Questo può portare a provare veri e propri attacchi di panico notturni (che provocano improvvisi risvegli, accompagnati da battito cardiaco accelerato, sudorazione, senso di oppressione e paura);
  • apnea notturna (OSAS): quando si soffre di apnee ostruttive del sonno, si è soggetti a brevi interruzioni della respirazione e ogni attacco comporta un calo dell’ossigeno nel sangue. Il corpo va a compensare questa condizione attivando il sistema nervoso simpatico che induce un microrisveglio in grado di riattivare e aumentare la frequenza cardiaca;
  • disfunzioni della tiroide: l’ipertiroidismo, ovvero un’eccessiva produzione di ormoni tiroidei, accelera il metabolismo corporeo e può influenzare il ritmo cardiaco. Spesso i soggetti affetti da questa condizione avvertono tachicardia, sudorazione, nervosismo e disturbi del sonno;
  • uso di sostanze eccitanti: consumare caffeina, alcol, nicotina e alcuni farmaci (come i decongestionanti nasali, i cortisonici o i broncodilatatori), in prossimità del momento in cui si va a dormire, può interferire con il ritmo cardiaco e aumenta la probabilità di sperimentare tachicardia notturna;
  • problemi cardiaci: questa condizione, in determinati casi, può essere il sintomo di una patologia del cuore, come una fibrillazione atriale, una tachicardia sopraventricolare o un’aritmia ventricolare. Sebbene questi casi siano meno frequenti, è fondamentale considerarli, soprattutto quando la tachicardia è ricorrente, intensa o si accompagna ad altri sintomi come dolore toracico o difficoltà respiratorie;
  • ipoglicemia notturna: in soggetti diabetici, una glicemia troppo bassa durante la notte può provocare tachicardia, sudorazione fredda e risvegli improvvisi. Il cuore reagisce cercando di compensare la mancanza di zuccheri, accelerando il suo ritmo;
  • reflusso gastroesofageo: l’acido gastrico irrita il faringe che, in risposta, si vaso-costringe e induce l’apnea. Inoltre, una  condizione di stomaco troppo pieno può irritare per contatto diretto il cuore, che reagisce con tachicardia e /o extrasistoli notturne.

 

I sintomi che accompagnano la tachicardia notturna

I sintomi della tachicardia notturna non sono sempre semplici da individuare: alcuni individui se ne accorgono solo al risveglio – complice una sensazione di stanchezza e agitazione. Altri, invece, si svegliano improvvisamente con la sensazione del cuore che batte velocemente.

Oltre a quest’ultima circostanza, tra i sintomi più comuni troviamo:

  • senso di oppressione al petto;
  • respiro corto o affannoso;
  • vertigini o sensazione di svenimento;
  • nausea;
  • sudorazione eccessiva;
  • paura improvvisa e immotivata.

È fondamentale non banalizzare questi segnali, ma, allo stesso tempo, ricordare che un singolo episodio può essere legato a fattori transitori.

Se la condizione dovesse ripetersi o si intensificarsi, è opportuno rivolgersi a uno specialista.

 

Diagnosi: quando è il momento di preoccuparsi

È necessario eseguire una visita di controllo dal proprio medico di fiducia quando:

  • la tachicardia si presenta frequentemente o ogni notte;
  • si accompagna a dolore al petto, svenimenti o mancanza di respiro;
  • il battito cardiaco supera costantemente i 120-130 bpm a riposo;
  • si hanno già patologie cardiovascolari o metaboliche diagnosticate.

Il medico potrà prescrivere esami specifici come:

  • elettrocardiogramma;
  • Holter cardiaco 24 ore;
  • test del sonno (per valutare se esistono alterazioni significative o eventuali apnee notturne).

Cosa fare per affrontare la tachicardia notturna

Una volta escluse le cause organiche più gravi, il primo passo per gestire la tachicardia è agire sullo stile di vita e sulle abitudini quotidiane.

Ecco alcune soluzioni efficaci:

Migliorare l’igiene del sonno

Una routine serale regolare e rilassante può fare la differenza, quindi, nelle ore che subito antecedenti il sonno, sarebbe meglio evitare:

  • schermi luminosi (le cui luci blu possono alterare il ritmo circadiano);
  • pasti abbondanti;
  • alcol e caffeina.

Tutti questi accorgimenti aiutano il corpo a entrare in uno stato di riposo fisiologico, riducendo il rischio di tachicardia.

Tecniche di rilassamento

Pratiche come la respirazione diaframmatica, la meditazione mindfulness o il training autogeno sono strumenti potenti per abbassare i livelli di stress e favorire un ritmo cardiaco regolare.

Bastano 10/15 minuti al giorno per ottenere benefici concreti.

Attività fisica regolare

Il movimento, se ben dosato e compatibile con la propria condizione di salute, aiuta a regolare il sistema nervoso autonomo, migliora la qualità del sonno e riduce l’incidenza di episodi di tachicardia.

Monitorare l’alimentazione

Una dieta equilibrata, povera di zuccheri raffinati e ricca di alimenti freschi, può contribuire a stabilizzare l’attività cardiaca e a prevenire cali glicemici notturni.

Supporto psicologico

Quando l’ansia è il principale fattore scatenante, un percorso di psicoterapia, eventualmente affiancato da una valutazione psichiatrica, può fare la differenza.

Imparare a gestire le emozioni, soprattutto quelle represse o ignorate durante il giorno, aiuta a migliorare anche la qualità del riposo.

Altri rimedi

È bene ricordare che, spesso, la tachicardia notturna non richiede alcun tipo di trattamento – soprattutto se questa condizione si verifica in maniera sporadica. Quando accadono, però, possono essere molto fastidiose e creare preoccupazione.

Esistono, quindi, alcuni accorgimenti per cercare di alleviare la sintomatologia:

  • respirare profondamente e lentamente cercando di rilassarsi;
  • alzarsi per qualche minuto e camminare lentamente, facendo una breve passeggiata per la stanza e continuando a fare respiri profondi;
  • bere un bicchiere d’acqua a piccoli sorsi;
  • cambiare posizione nel letto.

Articolo del 16-05-2025

Dott.ssa Ilaria Laccu

Medico Chirurgo specialista in Neurofisiopatologia del sonno. Possiede la certificazione Italiana AIMS di "Medico Esperto in Medicina del Sonno" ed Europea ESRS come "Somnologist" ad indirizzo Respiratorio e Neurologico. Dottorato in Neuroscienze applicato alla ricerca sulla Medicina del Sonno. Responsabile del Centro Neurologico di Cagliari, si occupa dell'inquadramento clinico dei disturbi del sonno e della diagnostica strumentale con polisonnografia notturna completa; personalizza poi la terapia mirata del problema riscontrato tramite una impostazione farmacologica, o comportamentale, o con ventilatore notturno. Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Cagliari. Specializzazione in Neurofisiopatologia presso l'Università degli Studi di Cagliari.