Dott.ssa Ginevra Del Giudice
Articolo del 06-06-2024
Dolore cronico e insonnia non sono solo correlati, ma si alimentano a vicenda creando un circolo vizioso che va a peggiorare e condizionare fortemente la vita del paziente.
In generale, è possibile affermare con certezza che i pazienti che soffrono di patologie croniche di natura infiammatoria, come ad esempio l’artrite reumatoide, incorrono in disturbi del sonno più spesso di persone sane.
Come il dolore condiziona il sonno
Il sonno ottimale, come risaputo, è influenzato da diversi fattori e la presenza di dolore può svolgere un ruolo nel condizionare la qualità del riposo notturno.
Chi ha un dolore cronico, di natura reumatologica, ortopedica o neurologica, ha spesso difficoltà nell’addormentamento e nel dormire in modo continuativo e, a lungo andare, ricorre in episodi di insonnia.
Talvolta, anche un dolore acuto può causare episodi di insonnia, ma la sua natura transitoria impedisce generalmente al disturbo del sonno di cronicizzarsi.
Se da una parte il dolore è causa dell’insonnia, dall’altra l’insonnia può causare un peggioramento del dolore, finendo per innescare un circolo vizioso che condiziona la qualità di vita del paziente che, non riuscendo a riposare bene durante la notte, si sente affaticato e spossato durante le ore diurne.
Tipi di dolore che condizionano il sonno
È stato appurato che il 50% dei pazienti che soffrono di insonnia ha anche una tipologia di dolore cronico.
I principali tipi di dolore cronico che influenzano il sonno sono:
- osteoartrite;
- fibromialgia;
- artrite reumatoide;
- lombalgia;
- dolore neuropatico;
- cefalea;
- sclerosi multipla;
- ulcera duodenale;
- sindrome del colon irritabile;
- dismenorrea;
- dolore oncologico.
La presenza di dolore cronico modifica lo stile e la qualità di vita del paziente e ne condiziona la vita sotto ogni aspetto, personale e sociale.
Questi disturbi influiscono sulla personalità e sull’umore e possono causare patologie psicologiche come la depressione.
Il dolore, nello specifico, modifica la struttura del sonno e lo rende discontinuo e poco appagante; al tempo stesso, l’insonnia predispone a stati dolorosi e all’insorgenza di patologie croniche come emicranie e fibromialgia.
Nel caso specifico dell’emicrania, ad esempio, la mancanza di sonno rappresenta di certo un fattore scatenante della patologia, ma la presenza di un riposo ristoratore e appagante comporta benefici nella risoluzione degli episodi di emicrania.
I pazienti affetti da fibromialgia, invece, soffrono di un dolore diffuso e costante e di un sonno discontinuo e scadente.
I disturbi del sonno legati a questa patologia, secondo recenti studi scientifici, non sarebbero solo una conseguenza del dolore ma avrebbero natura patogena.
Allo stesso modo, infatti, individui sani privati del sonno sviluppano dolori muscolari e disturbi dell’umore analoghi a quelli dei pazienti con fibromialgia.
Quali trattamenti sono previsti?
L’approccio terapeutico principale è dato dalla terapia farmacologica che va sempre modellata sul caso specifico e sulle personali esigenze del paziente.
Nella maggior parte dei casi si ricorre a farmaci che favoriscono il rilassamento del corpo, ma è fondamentale una valutazione accurata dei disturbi del sonno del paziente per cercare di risolvere le due problematiche in maniera coerente e simultanea.
Non esiste, infatti, un approccio terapeutico standardizzato – nonostante la ricerca faccia importanti passi avanti nell’identificazione di una cura che possa migliorare la qualità di vita del paziente e interrompere il circolo vizioso che si viene a creare a causa della contemporanea presenza di insonnia e dolore.
Ad oggi, un altro sostegno importante, viene offerto dalla psicoterapia cognitivo comportamentale che si dimostra efficace e migliorativa tanto sul breve che sul lungo periodo.
Articolo del 06-06-2024